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Sirene, razzi e voli cancellati: all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv è caccia ai pochi posti per abbandonare il Paese

Sirene, razzi e ricerca di un volo per tornare a casa. È sempre più complicata la situazione all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv, preso di mira nella notte tra l’8 e il 9 ottobre dal lancio di missili da parte di Hamas, come reso noto dal Times Of Israel. Le più grandi compagnie aeree mondiali hanno cancellato e sospeso i loro voli per la città israeliana: prima le società europee più importanti, da AirFrance e Lufthansa, poi quelle più piccole come l’italiana Ita, infine anche le compagnie asiatiche hanno optato per la stessa scelta. Hainan Airlines, l’unica compagnia aerea cinese a volare tra Cina e Israele, ha cancellato lunedì i voli tra Shanghai e Tel Aviv, mentre anche Cathay Pacific ha cancellato martedì il suo volo tra Hong Kong e Tel Aviv. Lunedì la Korea Air ha cancellato il suo volo tra la città portuale di Incheon e Tel Aviv e ha affermato che si aspetta che i voli futuri saranno irregolari. Nei prossimi giorni, quindi, trovare un volo per rientrare nei proprio paesi d’origine da Israele sarà complicatissimo, come del resto emerge da alcune testimonianze di viaggiatori che sono riusciti a partire.

“Situazione bruttissima ieri, meno oggi. Ci sono comunque tante persone nello scalo internazionale Ben Gurion di Tel Aviv che stanno cercando voli per andare via. È stato pertanto abbastanza difficile per me riuscire a prenderne uno oggi. Fortunatamente ce l’ho fatta ed ora eccomi qui”: parola di un ragazzo italiano tra i passeggeri, per lo più israeliani o di altre nazionalità, rientrato ieri sera all’aeroporto di Fiumicino da Tel Aviv con un volo della El Al, tra i pochi, peraltro, arrivato ieri da Israele (soltanto due a Roma ed entrambi operati dal vettore israeliano) a seguito del lungo elenco di cancellazioni di collegamenti aerei da e per Tel Aviv che, da questa mattina, hanno interessato diverse compagnie aeree. Tra le voci raccolte, anche quella di un israeliano che, parlando in italiano, ha spiegato che, “fortunatamente io, così come altre persone che erano con me, non ho avuto problemi in quanto ero lontano da tutto ciò che è successo. Ho però sentito molto bene il suono delle sirene e il fragore provocato dalle esplosioni. Confesso di aver provato una sensazione bruttissima (“una vera tragedia”, ha chiosato un’altra persona accanto all’uomo). Ciò che ha fatto l’Isis – ha poi aggiunto – , lo stanno facendo adesso loro con gli israeliani“.

Nel frattempo, i tre aerei militari dell’esercito che hanno trasportato i polacchi evacuati da Israele sono atterrati questa mattina a Varsavia. “Le prime persone evacuate da Israele sono già in Polonia”, ha detto su X il ministro della Difesa polacco Mariusz Blaszczak. Il primo Boeing militare ha trasportato 120 persone che erano rimaste bloccate all’aeroporto di Tel Aviv. Lo hanno seguito altri due aerei militari, con a bordo più di 120 persone. Le compagnie aeree che collegano la Polonia con Israele hanno sospeso i loro collegamenti sabato, il giorno in cui è iniziata l’offensiva militare.