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Corrado Formigli: “Ho crisi lancinanti di emicrania, mi sono intossicato di farmaci per avere sollievo: ora mi curo con gli anticorpi monoclonali”

di Ennio Battista

Differenza tra emicrania o cefalea

L’emicrania è un disturbo che colpisce circa 7 milioni di Italiani, soprattutto le donne (2-3 volte maggiore rispetto agli uomini- dopo la pubertà). “Cefalea” ed “emicrania” sono due termini che si riferiscono a due condizioni diverse. Cefalea è il termine generico che raggruppa tutte le tipologie esistenti di dolore alla testa. La classificazione internazionale attualmente adottata è formata infatti da 14 sottocategorie ognuna delle quali affronta un tipo di cefalea differente (cefalea a grappolo, cefalea tensiva…).

La più importante delle cefalee è l’emicrania, che per rientrare in questa definizione, come spiegano gli esperti dell’ospedale Niguarda di Milano sul loro sito, “deve presentare delle caratteristiche precise. Il dolore, infatti, deve durare tra le 4 e le 72 ore e avere almeno due delle seguenti caratteristiche: una localizzazione unilaterale, deve essere di tipo pulsante, di intensità media o forte e può aggravarsi con attività motorie come camminare. Si associa a nausea, vomito, fotofobia e fonofobia (fastidio causato dalla luce e dai suoni). L’attacco emicranico può durare fino a 3 giorni e avere una fase anticipatoria di 2 giorni e un altro ‘strascico’ di durata equivalente con sintomi vari. Se si considera la fase acuta, il pre e il post, in totale si può arrivare fino a 7 giorni di fastidio per singolo episodio”.

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