La ex Gkn, la fabbrica di Campi Bisenzio vicino Firenze, tenuta in piedi dagli operai dopo la dismissione della vecchia proprietà, rischia di divenire una scatola vuota buona solo per operazioni immobiliari. È quanto sospettano i lavoratori che con la Rsu di fabbrica denunciano una serie di operazioni societarie, tutte molto opache, che coinvolgono anche il Monte Paschi di Siena. Quindi il governo che tramite il ministero dell’Economia e Finanze controlla la banca.

Il 2 ottobre scorso, infatti, ci sono state delle variazioni societarie che riguardano QF, la società di Francesco Borgomeo che ha rivelato dal fondo Melrose – scappato via – lo stabilimento. La Qf è ora controllata da una Serl, la Pvar Srl, creata da Borgomeo nel maggio 2022 con la quale aveva acquisito il controllo di Gkn nell’ottobre del 2022, con una capitalizzazione di 10.000 euro. “Per dare una idea – dice la Rsu – solo la Soms Insorgiamo è già oggi pronta a capitalizzare la cooperativa Gff per 150.000 euro, una cifra quindici volte superiore”. Ma nel febbraio del 2023 l’intera società viene messa in liquidazione, ma lo scorso 2 ottobre “ha passato il 50% delle proprie quote a una società, Toscana Industry Srl, formata appena lo scorso 22 settembre”. Anche Toscana Industry ha nel proprio oggetto sociale la stessa dicitura di Pvar: “L’acquisto, la vendita, la permuta, la costruzione, la ristrutturazione, la gestione di beni immobili”.

L’amministratore unico di entrambe le società – Toscana Industry e Pvar – è ora Mirko Polito, con un profilo fortemente legato al settore immobiliare. A preoccupare gli operai è dunque questa vocazione immobiliare che è rafforzata dal proseguimento della catena di controllo. Toscana Industry, infatti, è a sua volta controllata al 100% “da una società fiduciaria del Monte dei Paschi di Siena, che a sua volta vede le proprie quote detenute al 100% dal Monte dei Paschi di Siena stesso che, lo ricordiamo è controllato per il 64% dal Ministero dell’Economia e Finanza e quindi dallo Stato”. La fiduciaria, però, è uno strumento apposito utilizzato per nascondere la propria identità appoggiandosi a una costruzione finanziaria. “Allora la domanda è scrivono gli operai: “A chi appartengono? Chi è che non vuole apparire?”.

La domanda potrebbe essere girata anche al governo che nei giorni scorsi era intervenuto tramite la sottosegretaria al ministero delle Imprese e del Made in Italy, Fausta Bergamotto, di Fratelli d’Italia sostenendo di non essere mai stata interpellata per un “tavolo tecnico” e di non essere a conoscenza di nessun piano di reindustrializzazione. Anche su questo la Rsu non ci sta perché, sostiene, “la proprietà non ha mai portato nessun investitore a nessun tavolo istituzionale” mentre al governo che “dice di non poter convocare un tavolo di crisi, perché l’azienda è in liquidazione” si ricorda che “i tavoli di crisi con Gkn e Qf in liquidazione si sono tenuti. Dal 2 marzo 2023, il governo è sparito. Ci ha dato un appuntamento per la settimana successiva e poi è sparito”.

Gli operai invece hanno un piano, stanno trovando i fondi, hanno bisogno solo che governo e Regione diano loro ascolto e appoggino l’unico piano di reindustrializzazione – realizzazione di bici cargo e pannelli fotovoltaici – attualmente esistente a fronte del quale sembra che l’unica alternativa sia un’operazione immobiliare. E infatti ancora la Rsu ricorda che “il valore dello stabilimento è stato rivalutato da 2 milioni di euro a 29 milioni di euro dal 2020 al 2021 con un incremento di oltre 27.000.000″. Se il piano di chiusura di Gkn fosse stato concepito in quel periodo, “sin dall’inizio saremmo stati di fronte a una operazione finalizzata alla delocalizzazione e alla successiva speculazione immobiliare”.

Per questo, aggiungono, “ci prepariamo all’ora x: l’ora in cui con i nostri licenziamenti, lo stabile diventerà un guscio vuoto a servizio del mercato immobiliare. Per questo ci volete distruggere”. Ma se “non riusciamo a fermarli, almeno riusciamo sempre a svelarli. Prepariamoci ancora una volta, a difendere lavoro, vita, storia nostra e di tutte/i, con l’azionariato popolare, con il sostegno ai progetti di reindustrializzazione. Spiccare il volo o cadere” e l’invito alla mobilitazione che ancora una volta lancia l’ex Gkn, una storia di resistenza operaia del XXI secolo.

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