Mondo

Non riesco a credere che governo ed esercito israeliani siano stati colti di sorpresa

di Fabio Grasso

Probabilmente nelle mutande. Un nascondiglio perfetto o quasi. Ecco dove i terroristi di Hamas hanno tenuto nascosti i missili piovuti su Israele. Un nascondiglio pericoloso, trattandosi di missili ed essendo i terroristi, presumibilmente, uomini. Non ci sono ulteriori informazioni dal mainstream a parte il termine “terroristi”. Per cui è logico desumere che siano di sesso maschile. Non sappiamo altro. E morta lì. Ma non importa.

I terroristi, si sa, sono disposti a tutto pur di raggiungere i loro obiettivi. E, in questo caso, disposti a rischiare il fondoschiena pur di occultare, ai vigili occhi della sicurezza israeliana, queste pericolose armi a forma di maxi-supposte. Adesso ho proprio fatto il pieno di panzane di regime e mi sono allargato peggio di un dirigibile a furia di supercazzole da mandare giù. Orbene, essendo Gaza una specie di pollaio con tanto di reti di recinzione, posti di blocco, mura, sorveglianza attiva dei cieli, della terra e dei mari, telecamere satellitari, con Israele onnipresente e onnipotente, roba da far impallidire lo stesso Jahweh e farlo crepare di invidia, secondo voi come fanno cinquemila razzi a essere nella disponibilità dei terroristi? Di Hamas?

Le mutande, certo, e quelle di questi terroristi devono essere molto capienti. I tunnel, certo, i fantomatici tunnel che Israele cerca almeno da vent’anni, e che non ha mai trovato, attraverso cui i terroristi si rifornirebbero di armi. E che hanno giustificato alcuni dei sanguinosi raid aerei israeliani occorsi. Bisognava frugare nelle mutande, ai posti di blocco, ma ai servizi israeliani non è balenata l’idea. Così, pare che anche l’esercito israeliano sia stato colto di sorpresa per un attacco improvviso dei polli rinchiusi nel pollaio, come tanti palestinesi. Sotto pressione e controllo capillare da quasi settant’anni. A cui, ogni tanto, è giusto stirare il collo.

Israele si dice pronto a cancellare per sempre Hamas. Che, ovviamente, si “nasconde” a Gaza. Ah, sì? Ovviamente i terroristi, di stanza nei quartieri di Gaza, proprio lì, sì, attendono, coscia a cavallo e fischiettare indifferente, sì, che gli israeliani li vadano a prendere. Sì. Hanno scritto in fronte “sono un terrorista di Hamas (e me ne vanto)”. Sarebbe anche scritto sul citofono di quel rudere di casa mezza diroccata, ma i servizi israeliani hanno tolto la corrente. E i citofoni non funzionano. Per cui ci vuole un repulisti, a ferro e fuoco, di Gaza. Chi capita, capita.

Basta, per favore, non riesco a ingollare ulteriormente scemenze di regime. Ovviamente Gaza non verrà evacuata. Non si daranno possibilità nè alle donne nè ai bambini. Non si sa mai, i terroristi potrebbero essere camuffati, come in tutti gli altri raid israeliani, da infanti. E la sicurezza israeliana li conosce bene, i terroristi, ma non sa nulla su di loro. Giusta strategia da intelligence sopraffina. Nessuna foto segnaletica. Nessun presunto covo. Nessun deposito di armi. Nessuna prova, traccia o provetta. Neanche citofoni, probabili o improbabili. Neanche il disturbo tedioso di produrre prove con le foto, vere o presunte, di terroristi e dei loro covi.

Nei quartieri di Gaza! Sì! Per Israele è tutto più semplice, non c’è di bisogno. Basta la parola. Il termine “terroristi” specifica tutto, comprende tutto, vale a riempire la bocca di tutte le ragioni e vale la terra bruciata che verrà fatta. “Uccideteli tutti, Dio riconoscerà i suoi”. Si andrà fintamente a casaccio come le altre volte. L’Italia, tramite il governo in carica, che in questo caso, proprio, non mi rappresenta, avalla la frase di Arnaud Amaury con le bandiere illuminate a giorno, senza chiedere, come nessun altro Paese ha fatto, l’evacuazione di Gaza. Se vogliono i terroristi, per come affermano, che li vadano a prendere casa per casa, covo per covo. È evidente, Gaza non verrà evacuata perché c’è chi vuole un altro Sabra e Shatila.

Dai, Netanyahu, i missili nascosti sotto le mutande si vedono lo stesso. Proprio non ci hai fatto caso, eh!

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