La bandiera della pace esposta su Palazzo Marino accanto a quella di Israele dopo gli attacchi di Hamas fa litigare il sindaco di Milano Beppe Sala e il presidente del Memoriale della Shoah, Roberto Jarach. Per quest’ultimo “sarebbe stato opportuno, come avvenuto in tutta Europa e in tutto il mondo, avere solo la bandiera di Israele“, perché “deviare l’attenzione su concetti entrambi validi, perché anche la bandiera della pace lo è, indebolisce il messaggio”. Jarach, che ha partecipato alla fiaccolata pro Israele organizzata da Fratelli d’Italia, ha sottolineato di non avere riportato direttamente a Sala le lamentele perché “non si vede spesso” al Memoriale.
Il sindaco ha risposto che, con l’esposizione delle due bandiere, “sto dicendo da che parte sto, ma sto anche dicendo che dobbiamo cercare la pace“. Questo anche perché “Israele è una democrazia, imperfetta come tutte ma è una democrazia. Il modello che dall’altra parte propone Hamas è invece una oligarchia violenta. Quindi sul fatto che noi siamo dalla parte di Israele non c’è dubbio. Però rimane anche il fatto che dobbiamo vedere cosa succede nelle prossime settimane. È chiaro che la reazione di Israele sarà probabilmente dura per cui non possiamo non richiamare anche le ragioni della pace“, ha detto il sindaco. Per Sala le parole di Jarach sarebbero calcolate: “Mi sembra triste usare queste occasioni per fare polemica. Io me ne tiro fuori”, ha dichiarato, aggiungendo che Jarach è “un uomo di destra che usa questa occasione per fare politica“.
Una polemica simile è scoppiata anche a Firenze. L’Unione associazioni Italia-Israele ha lamentato la scelta del Comune di esporre anche la bandiera della pace e ha accusato la giunta di essere “sotto l’influenza dell’estrema sinistra”. I consiglieri comunali di Sinistra Progetto Comune avevano invitato il sindaco a non proiettare su Palazzo Vecchio la bandiera israeliana per non “alimentare propagande di guerra”, ma il primo cittadino dem Dario Nardella ha comunque deciso di esporla, affiancata a quella arcobaleno. L’associazione fiorentina “Amici di Israele” ha comunque criticato il fatto che la bandiera dello Stato ebraico fosse esposta su una facciata poco visibile. “Tutti sono a favore della pace, ma in questo momento così tragico, non possiamo mischiare le due cose – ha sottolineato Kishore Bombaci, presidente dell’associazione – Israele ha subito un vero e proprio atto di guerra che ha colpito civili inermi, vittime di uccisioni indiscriminate e barbari rapimenti. Ed esporre la bandiera della pace suona quasi come un inaccettabile invito alla vittima a moderare la necessaria e doverosa risposta”.
Sempre a Firenze ha fatto discutere una frase pronunciata dal presidente del consiglio comunale del Pd, Luca Milani, che ha detto di trovare “sbagliate” le manifestazioni “pro Palestina” così come quelle “pro Israele“. Il riferimento è al presidio in supporto di Tel Aviv organizzato dal console Marco Carrai per il 15 ottobre. Milani ha detto di non avere “nessun dubbio nel condannare Hamas”, ma ha sottolineato la necessità di “non dividerci perché la violenza, il non rispetto dei diritti umani e la barbarie disumana vanno combattute. Dobbiamo farlo insieme, ebrei, musulmani, cristiani, non credenti”, ha detto l’esponente del Pd. In questo caso a sollevarsi è stata Italia Viva, partito di Matteo Renzi al quale come noto Carrai è da sempre molto vicino e che è in maggioranza a Palazzo Vecchio: per il coordinatore renziano Francesco Grazzini sono dichiarazioni “gravissime e vergognose”. “È inutile esporre le bandiere della pace nel Salone dei Duecento se poi non ci si schiera chiaramente con il popolo israeliano attaccato dai terroristi di Hamas” ha dichiarato Grazzini.