Le crisi d’identità nelle Domeniche Bestiali sono terra sconosciuta: uno stopper spaccaossa di terza categoria non ha certo velleità di diventare numero 10, un magazziniere di una società di Promozione non amerà mai nulla più suoi palloni e una domenica bestiale non vedrà mai declinato tra le sue righe un trattato di esistenzialismo. Il problema è quando si creano gli equivoci: quelli lessicali, che portano un direttore di gara a diventare aggressore di se stesso ad esempio, o a scambiare la satira, che sia sempre benedetta quanto la terra battuta, per qualcosa di serio… Che nelle domeniche bestiali, spesso, già un pallone è di troppo, figuriamoci due.
LOTTE INTESTINE – Un episodio increscioso ha riguardato una squadra di Terza Categoria del Mantovano, la “Piccola Atene”: si sono ritrovati a inizio settembre con una cacca lasciata negli spogliatoi. Sì, con tanto di foto documentale del…prodotto, su di una panca. Qualcuno ha parlato di avversari, altri di beghe locali…o più che altro lotte intestine visti i contenuti. Fatto sta che in una di quelle trasmissioni belle dedicate al calcio minore la questione viene trattata nell’unica maniera possibile dal bravo conduttore Giovanni Gardani: esorcizzare con la satira un atto da trogloditi. Un minuto e mezzo (mai andato in onda, perché appunto trattasi di gag) di trasmissione, parlando del fatto col presidente della squadra, provando a sfuggire alla risata sempre in agguato, e discutendo nei dettagli di contenuti, modalità di trasporto e consistenza del “prodotto in questione” quasi come fosse un’azione di gioco, un episodio di calcio. Insomma: un castigat ridendo mores che diventa castigat ridendo caccam. In pochi ne comprendono il piglio, ancor meno lo scopo scatenando un vespaio. Domeniche Bestiali sa bene da che parte stare: sempre con la satira…e sempre con la tavoletta abbassata laddove possibile.
LA POLEMICA TRA ME E IL SOTTOSCRITTO – Il celebre Noaro nelle telecronache del Vicenza considerava chiusa la polemica tra se e il sottoscritto. Qualcosa di simile fa l’arbitro che ha diretto l’ultima gara dell’Olevanese (Prima Categoria Campania) che ha squalificato per otto giornate Vittorio Zottoli, perché “il calciatore si avvicinava con atteggiamento provocatorio e colpiva il direttore di gara con una spallata di media intensità, successivamente quest’ultimo raccoglieva una pietra e cercava di colpire il direttore di gara senza riuscirvi”. Nel racconto però il “quest’ultimo” viene usato subito dopo “direttore di gara”, facendo sembrare che l’arbitro si sia autolanciato la pietra. D’altronde se Maurizio Codispoti si autolanciava il pallone, perché l’arbitro non può fare lo stesso con una pietra?
MOBILI E SUPPELLETTILI – L’arredamento minimal oggigiorno è un must in fatto di tendenze. Non tutti però lo capiscono, come nel caso della Pro Palazzolo, Serie D, multata di 200 euro per “l’inadeguato apprestamento dello spogliatoio assegnato all’arbitro, privo dei mobili essenziali e sporco, nonché per il comportamento offensivo e violento dei propri sostenitori, che per tutta la durata della partita rivolgevano insulti e minacce all’indirizzo dell’arbitro, arrivando addirittura a lanciare un ombrello nella sua direzione, senza colpirlo (l’oggetto infatti si arrestava contro la rete che divideva gli spalti dagli spogliatoi)”. E forse oltre ai mobili essenziali mancava pure un portaombrelli.
MONTGOMERY CAMPBELL – Pensi alla Scozia e pensi a William Wallace. Pensi a William Wallace e pensi a Braveheart. Pensi a Braveheart e inevitabilmente pensi a uno dei personaggi più iconici del film: il signor Campbell, indomito vecchietto che stende il figlio, il tutt’altro che fragile Hamish, con una testata dopo che questo gli cauterizza una ferita. Qualcosa di simile, “una capata in famiglia”, l’ha fatta l’allenatore degli Hibernian, Nick Montgomery, che al pareggio dei suoi che stavano perdendo 2 a 0 il derby di Edimburgo contro gli Heart of Midlothian ha festeggiato, appunto, tirando una testata al suo assistente.