Un grande e oscuro mistero aleggia nelle stanze degli ambulacri del potere romano. Un video, che ricorda “il corvo” di siciliana memoria, viaggia nello spazio e plana in un dispositivo chiamato cellulare. Non si conosce il mittente e nemmeno l’autore del video, ma si conosce perfettamente il destinatario, ossia il vicepremier, nonché ministro Matteo Salvini. E qui ci sarebbe da disquisire sulla bontà della pubblicazione, che tanto rilievo mediatico ha avuto. Ma poi torno di nuovo a parlarne.
Il ministro Salvini si comporta come un omertoso, tant’è che si rifiuta di rendere pubblico il mittente. E vabbè ci sta, un amico non si tradisce mai. Questo dovrebbe valere per un normale cittadino, ma non per un ministro in carica e per giunta capo di un partito che sta al governo. Pertanto, appare evidente che tutta la vicenda gira attorno alla giudice Iolanda Apostolico, che ha disapplicato il famoso decreto Cutro. Insomma, la pubblicazione del video ha un preciso target. E, agli occhi della basita Meloni e del ministro Salvini, la Apostolico avrebbe commesso il delitto di lesa maestà.
La coppia Meloni-Salvini ignora che in questo Paese – mi piace chiamarlo sempre così – esiste lo Stato di diritto e che qualsiasi diatriba tra i poteri dello Stato, viene risolta nelle forme e nei loghi deputati. Con le abbanniate (urlate) non si risolve assolutamente nulla, almeno che non si voglia, come afferma qualcuno, buttarla in caciara per creare una distrazione di massa.
Nel frattempo, sulla scena mediatica appare il presunto padre del video, ovvero un carabiniere, che in un secondo tempo smentisce di essere l’autore del video pubblicato da Salvini. A tal proposito, proprio dalla mia pregressa attività nella Digos e nelle Squadre mobili, presumo che il video sia stato girato da un appartenente alle forze dell’ordine. E qui, appare evidente la trasgressione a un dovere istituzionale: quello che salta negli occhi è che detto video è stato tenuto nel freezer per ben 5 anni. Ed ecco il dolo eventuale.
Il video viene amorosamente conservato, per essere scongelato alla bisogna, col fine ben preciso di colpire la giudice Apostolico. Oserei dire, nel caso di specie che, si è trattato di una vendetta servita su un piatto freddo. Non avevo dubbi. E se la giudice Apostolico non avesse disapplicato il decreto, ci sarebbe stato l’accanimento terapeutico nei suoi confronti? Penso che il video sarebbe rimasto nel freezer per chissà quanti anni ancora. Intanto, registro che la giudice Iolanda Apostolico (e altri giudici), ha di nuovo disapplicato il decreto. Io, in ragione della mia esperienza professionale e quindi osservante delle leggi, non biasimo affatto la decisione della giudice Iolanda Apostolico, non ne ho il diritto né la competenza. Invero, ho pienamente diritto di opinare le scelte che i politici compiono. Parimenti, giova che io ricordi che, esiste un organismo chiamato Csm, punto.
Concludo questo assunto, citando un pensiero di un mio corregionale: “Imparerai a tue spese che nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere e pochi volti”. Matrimia, quante maschere popolano la vita pubblica italiana. Vorrei evidenziare un’altra citazione di sciasciana memoria, ma evito. Non è difficile immaginarla.