Dopo aver inizialmente rigettato le accuse, Bernie Ecclestone si è infine dichiarato colpevole: l’ex capo della Formula 1 ha ammesso di aver frodato il fisco britannico, omettendo di dichiarare oltre 400 milioni di sterline (l’equivalente di 472,348 milioni di euro) detenuti in un fondo fiduciario a Singapore. Un’ammissione di colpevolezza, quella di Ecclestone, riportata dalla Bbc e pronunciata la mattina del 12 ottobre davanti alla Southwark Crown Court, poche settimane prima del processo.
Il miliardario 92enne è stato accusato a seguito di un’indagine fiscale da parte del Fraud Investigation Service dell’HM Revenues and Customs, l’Agenzia delle entrate britannica. Secondo l’accusa, aveva dichiarato alle autorità fiscali “un solo trust”, istituito per conto di sua figlia, sostenendo di “non essere il disponente né il beneficiario di alcun trust all’interno o all’esterno del Regno Unito”. Il pm Richard Wright, intervenuto in tribunale dopo l’ammissione di Ecclestone, ha affermato che l’imputato aveva consapevolmente fornito una risposta “falsa o fuorviante” all’HM Revenues and Customs.
Ecclestone era già finito nel mirino dell’agenzia britannica: nel 2015 aveva dovuto affrontare una richiesta di pagamento di oltre 1 miliardo di sterline in relazione a un trust di famiglia. Due anni dopo avrebbe ceduto la proprietà della Formula 1 a Libery Media, attuale proprietario. Nel maggio 2022 è stato inoltre arrestato all’aeroporto di San Paolo per possesso illegale di pistola, mentre si stava imbarcando su un aereo privato diretto in Svizzera. Poche settimane dopo avrebbe poi pronunciato parole in difesa di Vladimir Putin, definendolo una “persona di prima classe” per la quale si sarebbe “preso una pallottola”: parole delle quali si sarebbe in seguito scusato, specificando che non era sua intenzione difendere l’invasione russa dell’Ucraina.