Non basterà la reazione muscolare dell’esercito israeliano a Gaza e nemmeno il nuovo governo di unità nazionale a nascondere le responsabilità del premier Benjamin Netanyahu dopo la clamorosa débâcle dell’intelligence e dell’esercito israeliano che hanno permesso il massacro compiuto da Hamas nel sud del Paese. La sua parabola sembrava già fortemente discendente, dopo la creazione di un governo di estrema destra contestato in piazza da migliaia di persone ogni settimana, ma adesso i sondaggi parlano di un Paese che è compatto nel ritenerlo responsabile di ciò che sta accadendo in questi giorni.

Stando ai numeri pubblicati dal Jerusalem Post, 4 israeliani su 5 lo incolpano di aver permesso, col suo operato, l’azione omicida dei miliziani islamisti che governano la Striscia di Gaza. L’86% degli intervistati, compreso il 79% dei sostenitori della coalizione, ritiene che l’attacco a sorpresa da Gaza sia un fallimento della leadership del Paese , mentre il 92% ritiene che la guerra sia causa di ansia tra i cittadini. Inoltre, quasi tutti gli intervistati (94%) ritengono che il governo sia responsabile della mancanza di preparazione in materia di sicurezza che ha portato all’assalto al Sud, con oltre il 75% convinto che la maggior parte della responsabilità sia del governo.

La conclusione, dopo una così pesante attribuzione di responsabilità, non può che essere una: Netanyahu deve dimettersi dopo la fine del nuovo conflitto a Gaza. Lo pensa il 56% del campione intervistato e anche il 28% dei suoi elettori è d’accordo. Il 52% degli intervistati si aspetta anche le dimissioni del ministro della Difesa Yoav Gallant.

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