L’assessore della Lega e il figlio del boss condannato a 24 anni, nella stessa foto, sorridenti, ad una festa. Ce n’è abbastanza per mettere in imbarazzo il Carroccio e creare preoccupazione fino a Roma, fino alle stanze di Matteo Salvini. Lo scandalo, infatti, è esploso ad Afragola (Napoli), dove c’è un vicesindaco leghista, Pina Castiello, che è anche sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega ai rapporti con il Parlamento. Un elemento di punta della Lega al Sud, ripescato nel Governo nonostante la mancata rielezione in Parlamento. Che non può sganciarsi dalle responsabilità politiche di Giuseppe Catalano, l’assessore in quota Lega ai Lavori Pubblici di Afragola “dimissionato” dal sindaco Antonio Pannone con la formula asettica degli “impegni personali“. Dimissioni firmate pochi giorni dopo le polemiche sollevate dalla diffusione del selfie con il figlio di Antonio Moccia, 24 anni in primo grado per associazione camorristica, ritenuto uno dei capi del clan Moccia al termine di un processo durato 12 anni.

Catalano, infatti, era l’assessore che andava in consiglio comunale a rispondere alle interrogazioni rivolte dall’opposizione al vicesindaco Pina Castiello, le cui presenze in aula consiliare e in giunta sono rare come il passaggio della cometa di Halley. L’ultimo esempio risale al 18 settembre: la discussione delle interrogazioni rinviata per tre mesi, nell’attesa di trovare una data compatibile con gli impegni del sottosegretario, e poi Castiello non si è comunque presentata, e Catalano ha dovuto rispondere al posto suo al fuoco di fila delle domande: sui beni confiscati alla camorra, sulla costruzione degli asili nido, sul progetto della linea 10 della metropolitana, sulle occupazioni abusive del rione Salicelle, il bunker dello spaccio di droga e dei traffici criminali. “Si è dovuto immolare lui – spiega il consigliere già candidato sindaco del centrosinistra, Antonio Iazzetta – a dare risposte poco chiare ed evasive, mentre Castiello continua a offendere gli afragolesi con le sue reiterate assenze. Ci avevano presentato la sua nomina come l’anello di congiunzione con il Governo ma non si è ancora capito cosa abbia fatto di concreto al di là di qualche selfie e qualche photo opportunity con rappresentanti politici e istituzionali”.

Tradotto: se Meloni viene nella vicina Caivano per annunciare a don Maurizio Patriciello la bonifica del Parco Verde dagli spacciatori e dal degrado, Castiello c’è. Se ad Afragola c’è da rimboccarsi le maniche per lavorare all’amministrazione, al buio dei riflettori, si fa prima a contare le sue presenze. A complicare la grana per la Lega c’è un altro dato: Catalano sarebbe vittima di fuoco amico. Tra quelli che ne hanno sollecitato l’avvicendamento c’era anche il leghista Giuseppe Affinito, capo di una fronda interna che da settimane martella Pannone invitandolo a mantenere l’impegno di azzerare la giunta. Secondo l’opposizione, la foto è stata diffusa da ambienti di maggioranza per “forzare” le dimissioni di Catalano. E per questo chiedono l’intervento del Prefetto e della commissione d’accesso. Intanto, uno alla volta, pare si stiano dimettendo anche gli altri assessori. Ha cominciato Claudia Carrieri, titolare della delega al Personale, anche lei dietro la formula delle ‘ragioni personali’. Altri potrebbero seguirla, più o meno spontaneamente. Si sussurrano i nomi di Mario Di Palo e Gelsomina Terracciano.

L’azzeramento di giunta però potrebbe essere un boomerang. Le ragioni le spiega un sito locale ben informato, NapoliMetropoli. Che riassume la guerra all’interno della Lega in uno scontro tra due blocchi, quello di Affinito e quello di Pannone, Castiello e dell’ex sindaco ed ex senatore Pdl Vincenzo Nespoli, uscito nel 2013 dal parlamento a causa di una raffica di inchieste per bancarotta e riciclaggio culminate in sentenze di condanna non definitive, in processi nei quali ha rinunciato alla prescrizione. Il sito descrive Nespoli come colui che “nei fatti ormai è universalmente riconosciuto come l’unico vero sindaco della Città, nonché unico centro decisionale delle scelte politico-amministrative della città”. Sarebbe Nespoli a voler frenare sull’azzeramento, perché timoroso di una crisi al buio che potrebbe avere tra i suoi effetti la rinuncia di Castiello, la sua pupilla politica, a mantenere il ruolo di vicesindaco. Proprio nelle settimane in cui sta per iniziare la discussione sul piano urbanistico comunale fresco di adozione.

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