In risposta agli orrendi attacchi di Hamas, avvenuti in uno dei giorni più tristi e letali nella storia di Israele, il Governo di Netanyahu ha deciso di inasprire il blocco su Gaza che dura da ormai 17 anni. Il 9 ottobre scorso, il portavoce di Israel Katz, ministro israeliano dell’Energia, ha annunciato l’ordine “di tagliare immediatamente la fornitura d’acqua” all’enclave assediata, a seguito dell’annuncio di un “blocco totale” da parte del Ministero della Difesa. È una decisione inedita e gravissima.
Il blocco è una “punizione collettiva”
Il blocco è da inquadrarsi giuridicamente come punizione collettiva, vietata dall’Art. 33 della Quarta Convenzione di Ginevra del 1949 sulla Protezione dei Civili in Tempo di Guerra (GCIV). È bene chiarirlo: il blocco costituisce una violazione del diritto umanitario internazionale e il suo inasprimento, ovvero bombardare, tagliare deliberatamente energia elettrica, acqua e l’ingresso di qualsiasi tipo di bene, potrebbe costituire crimini ancora più gravi.
È notizia di stamani infine che l’esercito israeliano abbia intimato alla popolazione di Gaza nord (1,1 milioni di persone) di evacuare la zona entro 24 ore, trasferendosi nel sud della Striscia. Tale ordine si applica a tutto il personale delle Nazioni Unite e a coloro che sono ospitati nelle strutture delle Nazioni Unite, comprese scuole, centri sanitari e cliniche. Le Nazioni Unite hanno dichiarato che ritengono impossibile che un simile movimento abbia luogo senza conseguenze umanitarie devastanti.
Ci scrive un nostro collega intrappolato a Gaza appena appresa la notizia dell’ordine di evacuazione:
Carissimi, siamo in un blackout totale. Niente elettricità, niente internet, niente linea fissa. C’è un ordine israeliano di espulsione di massa che chiede agli abitanti di Gaza di evacuare dal centro-nord verso sud, il che vorrebbe dire ammassare i 2 milioni di abitanti a sud della Striscia. Non sappiamo cosa succederà, né cosa sia vero o falso, troppe notizie contraddittorie. C’è il timore che un’invasione terrestre o un bombardamento di massa a sud causi un vero genocidio. Non so chi di noi ce la farà, ma la maggior parte di noi sarà irraggiungibile. La quasi totalità delle scuole e dei centri di accoglienza nel sud sono già pieni. Ho appena sentito che ci sono posti di blocco per impedire alle persone di evacuare, qui le autorità locali credono che si tratti di una minaccia o di voci false, ma non ne ho visto nessuno con i miei occhi. Io e la mia famiglia non abbiamo ancora deciso il da farsi. Molti oxfamer (come ci chiamiamo tra noi, colleghi di Oxfam, ndr) qui sono combattuti, alcuni se ne andranno e altri no. Farò del mio meglio per tenervi aggiornati sull’evolversi delle cose. Pregate per noi e cerchiamo al meglio di superare questi momenti difficili. Con affetto e spero di rivedervi e lavorare di nuovo con voi.
A distanza di poche ore ci è arrivato un nuovo messaggio, dopo che su Gaza erano da poco piovuti volantini che invitavano la popolazione all’evacuazione. Ora il nostro collega si sta dirigendo verso sud senza un posto dove andare, senza sapere cosa succederà domani.
L’appello al Governo italiano
Gli alleati, tra cui l’Italia, stringendosi attorno ad Israele dopo il disumano attacco terroristico, hanno chiesto una risposta sul solco del rispetto del diritto umanitario internazionale. Questo non sta accadendo per cui di nuovo e con urgenza chiediamo un deciso intervento diplomatico del governo italiano e della Presidente Von der Leyen, oggi in visita in Israele, volto a dissuadere un’ecatombe.
Lo spegnimento dell’unica centrale elettrica della Striscia, mercoledì scorso, sta avendo conseguenze gravissime, per gli ospedali, che hanno esaurito i posti letto, e per le strutture sanitarie, che adesso dipendono esclusivamente dai generatori per alimentare attrezzature mediche vitali; il principale ospedale di Gaza potrebbe esaurire le scorte di carburante nei prossimi giorni. Gli attacchi aerei degli ultimi giorni hanno provocato l’interruzione del funzionamento dei servizi idrici e igienici per centinaia di migliaia di persone. Non appena le condizioni di sicurezza per il nostro staff lo renderanno possibile, porteremo aiuti essenziali a una popolazione allo stremo.
È possibile sostenere la nostra risposta su oxfamitalia.org/appello-emergenza-gaza-assedio/