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Emma a FQMagazine: “Quando ho perso mio papà pensavo “non lo posso più abbracciare”, ora so che le persone che sono andate via ci ascoltano. La rabbia ha fatto posto alla dolcezza”

“Souvenir” è un album di nove brani inediti che è la prima tappa di un viaggio che continuerà nei prossimi mesi, destinazione ultima: la serenità. Ma già oggi Emma pensa in positivo, con forza e coraggio

di Andrea Conti

Nuova produzione, nuovi autori, la voce è più calda e leggera come una carezza, quasi un ritorno in punta di piedi. “Souvenir” è il disco della ripartenza di Emma, dopo un periodo difficile e di lutto, segnato dalla prematura scomparsa dell’amato padre Rosario. Un album di nove brani inediti che è la prima tappa di un viaggio che continuerà nei prossimi mesi, destinazione ultima: la serenità. Ma già oggi Emma pensa in positivo, con forza e coraggio. Hanno collaborato al disco: Katoo, Davide Simonetta, Drillionaire, Zef, Simone Privitera (Simon Says), Jacopo Ettorre, Paolo Antonacci, Francesco Tarducci, Federica Abbate, Franco126, Takagi e Ketra, Andrea Bonomo e Riccardo Scirè. Dal 10 novembre, Emma presenterà il nuovo disco al suo pubblico con alcuni speciali appuntamenti nei club d’Italia.

In “Carne viva” inviti all’ascolto. Perché è così difficile ascoltare?
Perché stiamo vivendo un momento di individualismo totale, in un mondo che attraverso i social, all’apparenza, sembra più community.

E in realtà?
Stiamo vivendo un momento di grande individualismo perché sembra che tutti vogliano correre per essere numeri uno. Abbiamo smesso di ascoltare gli altri, ma anche di ascoltarci. ‘Stasera ascolta’ che dico nella canzone, come imperativo. Un invito a mollare le difese e a buttare via le armi per crescere e per non rimanere in una fase di stallo perché è fondamentale nell’evoluzione di tutti noi ascoltarci e ascoltare gli altri.

“Intervallo” è dedicato a tuo papà. “Il finale posso ancora immaginarlo”. Quale finale hai in mente?
Adesso ho iniziato ad immaginare un finale ottimista. Sono passata nell’ultimo anno per buchi neri enormi. È stato l’anno più destabilizzante, più doloroso, più mortificante della mia esistenza, ho dovuto per l’ennesima volta superare quelle botte della vita che non ti spieghi e che non ti meriti nessuno se lo merita.

Eri arrabbiata?
Molto, all’inizio. Poi la rabbia ha lasciato spazio al ricordo e alla dolcezza dei ricordi. Mi viene da pensare che le persone non vanno via per sempre, in qualche modo, restano insieme a noi. È una fase della vita, tanto ci incontreremo tutti un giorno.

Da qui hai trovato la tua forza?
Sì, questa consapevolezza mi ha dato la possibilità di alzarmi subito e di mettermi al lavoro per far confluire tutti questi sentimenti in qualcosa di più luminoso. Credo nel periodo peggiore della mia vita, di aver fatto la cosa migliore che potessi fare: questo disco.

Si dice sempre che la persona che scompare la si “avverta” nelle piccole cose quotidiane. Capita anche a te?
All’inizio, quando avevo appena perso papà, tutti mi dicevano la stessa cosa ‘vedrai che lo sentirai, lo avvertirai’ ma io ero troppo arrabbiata con la vita e rispondevo ‘cosa mi state dicendo, cos’è un segnale?’. Io torno a casa e non lo posso abbracciare, non lo posso sentire al telefono, non ci possiamo mandare i meme su whatsapp che ridiamo per giorni, non posso più uscire con lui per andare a bere un bicchiere di vino, non posso più fare niente, non sono più figlia di un padre. Quindi mi dovevo anche ricollocare al mondo in maniera diversa.

Cos’è successo dopo?
Col tempo ho capito che le persone che sono andate via, oltre a lasciarci dei segnali, ci ascoltano proprio. A qualcuno che non crede, e ci mancherebbe, possono sembrare cose strane. Però lui, tutte le volte che ho bisogno di una mano, trova il modo di rispondermi e mi fa degli scherzetti e io gli dico ‘basta falla finita!’ (ride, ndr).

“Indaco” invece è una presa di coscienza sui sentimenti che cambiano. A te cosa è accaduto?
Crescendo ho capito che perdiamo un po’ di sano romanticismo, un po’ poetica, diventiamo più cinici e un po’ più razionali. In certi aspetti della vita rimane un po’ della malinconia.

Perché?
Tutti quanti noi abbiamo vissuto delle storie d’amore che sono spesso legate ad una canzone, ma anche ad un luogo fisico. Quindi banalmente quando rivedi il muretto dove hai limonato per una serata intera, dopo che è finita una storia e sei stata mollata, ti dici ‘va bene lo stesso, è tutto ok’. Si sa che le storie finiscono, a volte ci lasciano qualcosa di importante, a volte tanto dolore e tristezza però vorrei dire ai ragazzi e alle ragazze che ci si riprende!

“Non riesci ad essere come ti vogliono gli altri”, dici in “Capelli corti”. Come ti volevano?
Per anni sentivo quell’esigenza di dover sempre dimostrare tutti che io questo posto nel mondo della musica me lo meritato e crescendo ho capito che è stata la lotta più grande che ho sempre affrontato con me stessa perché mi sono resa conto che il giudice più cattivo il giornalista più critico l’hater più accanito, sono io contro me stessa.

Hai fatto pace con questa cosa?
Un po’ sì perché non si può essere sempre al top, sempre wow! Vedo una carriera stabile, lunga 14 anni. In qualche modo sono sempre esistita, non ho mai molato, magari quando le cose non hanno brillato come dovevano brillare però sono qui, esisto. Per questo devo ringraziare tutte le persone che mi seguono perché alla fine il polso della situazione la fa sempre il pubblico, il pubblico non mi ha mai mollato. Anzi in questo ultimo periodo il pubblico mi ha aspettata, mi ha coccolata, mi ha spinta e dato tanto coraggio e non lo dico per piaggeria perché è uscito il disco ma, credo, di essermi sempre rivolta al pubblico con rispetto e ringraziandolo tutti i giorni perché è giusto sia così.

Tornerai a Sanremo quando ci sarà il secondo capitolo di questo viaggio artistico?
Non ci penso e non è nei piani. Ci sono stata due anni fa e lo scorso anno con Lazza. Due anni fa la mia partecipazione è passata in sordina perché sono andata per una scelta personale. Mio padre era già gravemente malato e volevo regalargli un ultimo ricordo. Quindi spente le luci di quel Sanremo non ho più fatto promozione al brano, però tecnicamente ci sono stata l’altro ieri. In questo momento sono concentrata su questo disco e sul tour fino a dicembre. C’è già tanta carne al fuoco per i nuovi brani che verranno. Non faccio progetti a lungo termine, preferisco non farli al momento. Perciò sicuramente Sanremo, al momento, non è nei miei piani.

Emma a FQMagazine: “Quando ho perso mio papà pensavo “non lo posso più abbracciare”, ora so che le persone che sono andate via ci ascoltano. La rabbia ha fatto posto alla dolcezza”
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