Il governo italiano ha votato sì alla proposta della Commissione Europea di continuare a utilizzare il glifosato, ma la posizione contraria di Austria, Croazia e Lussemburgo e l’astensione di Germania, Francia, Belgio, Bulgaria, Paesi Bassi e Malta hanno bloccato – per ora – la proroga dell’autorizzazione per altri 10 anni del pesticida definito “probabile cancerogeno” da Airc. A mancare nella riunione di oggi dello SCoPAFF (Standing Committee on Plants, Animals, Food and Feed), è stata la maggioranza qualificata necessaria per approvare il testo, con il sì di 15 paesi membri, rappresentanti almeno il 65% della popolazione UE. La richiesta di proroga dell’autorizzazione – in scadenza il 15 dicembre 2023 – era stata presentata da un gruppo di aziende europee, tra cui Bayer, Syngenta e Nufarm. Dopo il voto di oggi, gli Stati dell’Ue saranno invitati a votare nuovamente sulla proposta di riautorizzazione in una commmissione di appello nelle prossime settimane. Si prevede che la Commissione modifichi la proposta. “Se anche in questo caso non si raggiungerà la maggioranza qualificata, spetterà alla Commissione decidere autonomamente”, spiegano da Isde Italia.

Greenpeace: “Il voto favorevole dell’Italia è paradossale” – “Nel nostro Paese si protesta contro le importazioni di frumento dal Canada perché contiene residui di glifosato, ma al tempo stesso il governo vota sì al rinnovo per irrorare i nostri campi con questo pericoloso pesticida», dichiara Federica Ferrario, responsabile campagna Agricoltura di Greenpeace Italia. “Chiediamo al governo italiano di ripensarci e di impedire un’ulteriore autorizzazione del glifosato nell’Ue, come aveva già fatto in occasione del precedente rinnovo, nel 2017. Pan Europe e ISDE Italia esprimono soddisfazione per un voto “che rispetta la preoccupazione dei cittadini”. Un recente sondaggio IPSOS condotto in sei paesi dell’Ue (Danimarca, Francia, Germania, Polonia, Romania e Spagna) ha mostrato che solo solo il 14% dei cittadini è favorevole all’uso prolungato del glifosato, mentre quasi due terzi (62%) degli intervistati sostengono la messa al bando del pesticida. In Italia Greenpeace ha raccolto 75mila firme di persone che hanno firmato una petizione per chiedere al governo di votare no al rinnovo e le ha consegnate nei giorni scorsi al ministero della Salute: l’appello è stato però ignorato dai rappresentanti del Governo Meloni.

Le alternative all’uso del Glifosato – “Vietare l’impiego del glifosato agevolerebbe la transizione europea verso alternative più sostenibili rispetto agli erbicidi di sintesi, ad esempio integrando le pratiche agricole fisiche, meccaniche, biologiche ed ecologiche con la vasta conoscenza ormai a disposizione sulle piante coltivate e sulle infestanti”, afferma Ferrario, per Greepeace. “Alternative all’uso di questo erbicida sono già disponibili” dichiarano gli esperti di Pan Europe citando lo studio “Gestione delle erbe infestanti: alternative all’uso del glifosato” pubblicato lo scorso marzo, in cui si descrivono metodologie utilizzate dagli agricoltori biologici: “Integrando le pratiche agricole fisiche, meccaniche, biologiche ed ecologiche con le ampie conoscenze acquisite sulle caratteristiche biologiche ed ecologiche delle piante coltivate e delle erbe infestanti – si legge- gli agricoltori possono gestire con successo le erbe infestanti senza erbicidi, mantenendo i raccolti, evitando di costruire resistenza nelle specie infestanti, proteggendo la salute del suolo e la biodiversità e riducendo al minimo l’erosione”.

I rischi per la salute – “La proposta di rinnovo si basa su un processo di valutazione imperfetto e lacunoso – sottolinea Greenpeace in un comunicato – al punto che la stessa Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha riconosciuto l’esistenza di punti in sospeso e valutazioni parziali a causa della mancanza di dati sui coformulanti (gli additivi aggiunti al glifosato nelle diverse formulazioni commerciali in vendita) e sull’impatto del glifosato sulla biodiversità, sulla neurotossicità e sulla salute del microbioma”. “Dalle api ai pesci, dagli anfibi agli uccelli, fino a piante e alghe – sottolinea l’organizzazione ambientalista – l’esposizione al glifosato e ai suoi formulati commerciali è stata collegata a effetti negativi che possono influire sulle popolazioni e sulla biodiversità”. Intanto si attende la data del 25 ottobre quando a Bologna saranno presentati i primi dati dello studio multi-istituzionale globale sulla cancerogenicità del glifosato in occasione della conferenza scientifica internazionale “Ambiente, lavoro e salute nel 21° secolo: strategie e soluzioni per una crisi globale”, promosa dall’istituto Ramazzini.

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