A quasi tre mesi dalla prima condanna, Greta Thunberg è stata nuovamente condannata per lo stesso reato: l’11 ottobre 2023 un Tribunale svedese l’ha giudicata colpevole di disobbedienza a un ordine della polizia, durante una manifestazione ambientalista – non autorizzata – nel paese scandinavo. Il fatto risale al 24 luglio 2023, poche ore dopo aver ricevuto la prima condanna: nonostante gli avvertimenti degli agenti, l’attivista 20enne non avrebbe lasciato il luogo della protesta, cioè la strada di accesso al porto di Malmo che tra l’altro era lo stesso posto della precedente manifestazione. Anche in questo caso, però, Thunberg ha evitato il carcere: il giudice le inflitto come pena una semplice multa da 4.500 corone svedesi, equivalenti a circa 390 euro. Per il primo caso aveva ricevuto una sanzione di 2.500 corone svedesi.
Come accaduto in occasione dell’altra protesta, avvenuta a giugno, il 24 luglio Thunberg e altri attivisti hanno bloccato la strada di accesso al porto, paralizzando il traffico merci. Anche in questo caso, come a giugno, l’attivista svedese si è rifiutata di allontanarsi dal luogo, disobbedendo alla polizia, ed è stata portata via di peso dagli agenti insieme ad altri manifestanti. “La mia azione non deve essere punita perché il pianeta è in pericolo”, ha dichiarato alla tv svedese Svt. “Abbiamo bloccato coloro che causano la crisi climatica. La mia azione era giustificabile”.
Il 12 ottobre, all’indomani della condanna, Thunberg si è unita, a Oslo, a una protesta degli indigeni Sami e di giovani ambientalisti del movimento Natur og Ungdom. Cominciata il giorno prima, la manifestazione ha contestato il parco eolico di Fosen, situato sulla costa norvegese a circa 500 chilometri a nord della capitale: secondo i manifestanti, il parco eolico ostacolerebbe il diritto dei Sami di allevare renne nella Norvegia artica. L’11 ottobre gli attivisti indigeni hanno occupato l’androne del Stortinget, il parlamento norvegese, mentre la mattina seguente hanno bloccato l’accesso agli uffici di Statkraft, l’azienda energetica di proprietà statale che possiede il parco eolico di Fosen.