È stata finalmente lanciata la missione Psyche della Nasa, progettata per studiare un asteroide ricco di metalli che potrebbe essere l’antico nucleo ormai esposto di un corpo planetario primordiale, utile da studiare per capire come si formano i pianeti come la Terra. Dopo il lancio dal Kennedy Space Cente r(Florida) con il razzo Falcon Heavy di SpaceX, la sonda dovrà percorrere 3,6 miliardi di chilometri per raggiungere l’asteroide 16 Psyche, nella fascia tra Marte e Giove. L’arrivo è previsto nel 2029. La sonda orbiterà intorno all’asteroide per 26 mesi per studiarne forma, geologia, composizione, campo magnetico e distribuzione della massa. Le aspettative per questa missione sono elevate, soprattutto dopo l’euforia scatenata dalle prime rivelazioni della Nasa sulla presenza di acqua e carbonio nei campioni dell’asteroide Bennu riportati sulla Terra dalla missione Osiris-Rex.
Carbonio e acqua sono due elementi cruciali per la vita e la loro presenza potrebbe indicare che gli elementi costitutivi della vita sulla Terra sarebbero presenti anche nell’asteroide. Nelle prime due settimane di lavoro, i ricercatori hanno utilizzato un microscopio elettronico a scansione, misurazioni a infrarossi, diffrazione di raggi X e analisi di elementi chimici. La tomografia computerizzata a raggi X è stata impiegata anche per produrre un modello computerizzato 3D di una delle particelle. Quello di Osiris-Rex “è il più grande campione di asteroide ricco di carbonio mai consegnato sulla Terra e aiuterà gli scienziati a indagare sulle origini della vita sul nostro Pianeta per le generazioni a venire“, aveva sottolineato l’amministratore della Nasa Bill Nelson.
Sebbene sia necessario ulteriore lavoro per comprendere la natura dei composti del carbonio trovati, la scoperta iniziale fa ben sperare per le future analisi. Per i prossimi due anni, il team scientifico della missione Osiris-Rex continuerà a caratterizzare i campioni e a condurre le analisi necessarie per raggiungere gli obiettivi scientifici della missione. La Nasa conserverà almeno il 70% del campione presso il Johnson Space Center per ulteriori ricerche da parte di scienziati di tutto il mondo, comprese le future generazioni. Sono già più di 200 i ricercatori in attesa di ricevere i campioni di Bennu, compresi quelli dell’Istituto Nazionale di Astrofisica di Padova, Arcetri e Roma. Ulteriori campioni dell’asteroide verranno prestati nel corso dell’autunno allo Smithsonian Institution, allo Space Center di Houston e all’Università dell’Arizona per essere esposti al pubblico.