Hanno usato l’intelligenza artificiale per spogliare virtualmente le compagne di scuola e diffondere le loro fotografie via chat. È accaduto in provincia di Treviso, in una secondaria di primo grado e in un liceo. A segnalare l’accaduto è la Polizia postale che ora sta indagando sui due casi per scoprire gli autori. Il tutto è accaduto nel primo mese di scuola secondo quanto riporta Il Gazzettino di Padova che per primo ha dato la notizia.

Ad accorgersi della situazione sono state le vittime, due ragazze, che si sono ritrovate con i corpi nudi. Un “gioco” che i genitori non hanno lasciato perdere, denunciando l’accaduto alle autorità competenti. Gli autori del reato, che potrebbero anche essere minorenni, ora rischiano di finire nei guai per diffamazione e produzione di materiale pedopornografico.

Quella di spogliare le persone con un’app è una “moda” che si sta diffondendo sempre più soprattutto tra i giovanissimi. Ad essere incriminata è Bikinioff, l’applicazione più diffusa tra quelle che permettono di utilizzare l’intelligenza artificiale. L’app, attraverso un bot di Telegram, è in grado di riprodurre la nudità di una persona in modo somigliante: non è capace di mostrare il reale fisico di una persona ma incolla il viso su un corpo nudo, riprende anche la posa e rispetta le proporzioni del fisico così come il colore dell’incarnato. La cosa diventa ancora più verosimile se si usano, come spesso fanno i ragazzi le foto in costume delle ragazze per rendere il tutto più “oggettivo”.

Secondo Wired è stato sviluppato “da una società di stanza in Estonia per ora nota per produzioni videoludiche e chiamata Crystal Future OÜ e si presenta affermando sul sito ufficiale: “La nostra tecnologia di editing fotografico può rimuovere facilmente i vestiti da qualsiasi immagine, lasciando solo lo stretto necessario”. L’applicazione è a pagamento, ma la prima prova è gratuita: al primo accesso che si ha a disposizione un credito che equivale a una foto ma per continuare bisogna pagare da un minimo di sette euro per dieci crediti fino a circa settanta euro per avere cinquecento crediti.

Quello di Treviso non è il primo caso. Nelle scorse settimane è finita “vittima” dell’applicazione una professoressa, presa di mira insieme a delle compagne dagli stessi studenti. La Procura dei minori della capitale ha aperto un’indagine. Una segnalazione giunta alle autorità attraverso le famiglie delle ragazze. Ma non solo. Sempre a Roma, nello scorso mese d’aprile, due 14enni hanno usato l’intelligenza artificiale per denudare cinque compagne di classe. Il giudice per le indagini preliminari aveva dichiarato il non luogo a procedere. La Garante ha segnalato che il suo ufficio riceve almeno due segnalazioni a settimana sulla creazione e diffusione di immagini pornografiche.

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