È la notizia che la Farnesina temeva. A darla è il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che da Amman, in un’intervista per il programma 5 minuti di Bruno Vespa, ha annunciato che “dalle notizie che abbiamo, gli ostaggi (italiani, ndr) sarebbero stati divisi tra Hamas e le altre fazioni che sostengono lo scontro con Israele. Quindi è anche difficile sapere dove siano. Non so se i servizi segreti israeliani abbiano notizie certe e durante l’attacco potranno andare a liberarli”.
Parole che fanno aumentare la preoccupazione per la sorte dei tre italo-israeliani che dopo l’attacco di Hamas nel sud di Israele risultano ancora irreperibili. Dalle informazioni in possesso del capo della Farnesina, però, sono “tutti e tre probabilmente nelle mani di Hamas. Stiamo facendo tutto il possibile, la priorità è quella di salvare vite umane”. Un obiettivo che per ammissione dello stesso Tajani rimane estremamente complicato perché “con Hamas è quasi impossibile parlare. Io ho tentato col presidente egiziano al-Sisi l’altro ieri al Cairo e con il presidente del Consiglio abbiamo tentato con il re di Giordania, con tutti i Paesi arabi compresi gli Emirati, l’Arabia Saudita, il Marocco perché si facciano portavoce di una scelta da parte di Hamas che permetta quantomeno a donne, bambini e anziani di poter lasciare i territori. Ma vedremo quello che accadrà, è tutto molto incerto”.
In totale, però, gli italiani presenti nella Striscia di Gaza in questo momento sono in tutto una decina. “I nostri connazionali che lo desideravano sono quasi tutti rientrati in Italia – ha continuato tajani – Una decina di italiani sono nella Striscia di Gaza, stanno andando verso sud. Abbiamo avuto un appello dalle chiese della Striscia di Gaza, sono preoccupate da quanto può accadere”, ha detto il leader di Forza Italia, arrivato nel Sud del Paese che da sei giorni è impegnato in una nuova guerra contro i palestinesi. Secondo Tajani “la priorità per l’Italia è il salvataggio degli ostaggi” perché “non sono soldati e per questo è importante avere corridoi”.
La visita del vicepremier serve a ribadire il sostegno dell’Italia a Israele: “Ho ribadito al ministro israeliano degli esteri Cohen la solidarietà e la vicinanza del governo italiano e di tutta l’Italia alle vittime di questa tragedia e ho detto che faremo di tutto per liberare ostaggi nelle mani di Hamas”. Poco prima che Tajani arrivasse in Israele l’esercito aveva emanato un ordine di evacuazione ai cittadini di Gaza: azione che per le Nazioni Unite può avere conseguenze umanitarie devastanti. “Israele ha diritto a difendersi e sono convinto che avrà una reazione proporzionata e farà di tutto per colpire solo Hamas”, ha sostenuto il vicepremier, aggiungendo un auspicio: “Che si possa avere la pace e che la reazione di Israele non provochi troppi drammi nella popolazione civile di Gaza“.
Dopo aver parlato di pace, però, il ministro degli Esteri ha usato toni tutt’altro che diplomatici nei confronti di Hamas: “Sono come l’Isis, l’SS, la Gestapo, sono assassini, terroristi” e stanno anche “utilizzando la popolazione palestinese come scudo, non è giusto”, ha detto. “La guerra si fa combattendo i soldati, non contro vittime innocenti, donne, bambini, profanando cadaveri”, sono cose che “creano solo odio”. Poi però ha aggiunto che l’Italia “lavora ad una de-escalation” nella regione del Medio Oriente. E si è augurato che “non ci sia nessuna iniziativa di Hezbollah, lì ci sono 1200 soldati italiani parte dell’Unifil, sono portatori di pace, garanzia di pace”.