La prima data cerchiata in rosso sul calendario del ministero dell’Economia è quella di venerdì prossimo 20 ottobre. È il giorno in cui l’agenzia di rating statunitense Standard and Poor’s si pronuncerà sull’affidabilità dell’Italia come debitore, più semplicemente aggiornerà il suo giudizio di rating, attualmente BBB con outlook (ossia la valutazione sulle prospettive) stabile. L’aggiornamento del rating avviene dopo che è stata presentata la nota di aggiornamento sui conti pubblici in cui il governo indica un aumento dei deficit e debito in rapporto al Pil nel 2024, uno dei principali parametri pe valutare la solidità finanziaria, e quindi l’affidabilità, di un paese. Il 10 novembre ad esprimersi sarà invece la più piccola delle tre grandi ossia Fitch che attualmente attribuisce a Roma una valutazione BBB con prospettiva stabile.
La prova del nove sarà però quella del 17 novembre quando a parlare sarà Moody’s che nei mesi scorsi ha segnalato la possibilità di una riduzione del suo Baa3. Lo scorso aprile l’agenzia Dbrs ha confermato il voto italiano a BBB e outlook stabile. La valutazione di Moody’s è particolarmente attesa perché una riduzione comporterebbe la perdita per il debito italiano di una valutazione investment grade, ossia relativamente poco rischioso, con un conseguente aumento dei tassi di interesse. In prospettiva, se anche la altre agenzie dovessero allinearsi su questa classificazione peggiorativa, ciò comporterebbe problemi anche per le operazioni di acquisto di titoli da parte della Banca centrale europea che, per statuto, non può acquistare bond classificati come “speculativi”.
Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ostenta comunque fiducia. “Non temo il giudizio delle agenzie di rating anche perché ne abbiamo incontrate qui diverse e abbiamo spiegato i punti di forza che andrebbero opportunamente valutati e che richiedono un contesto favorevole di tipo generale”, ‘poi certo tutte le incertezze del contesto non aiutano nessuno e non aiutano l’Italia”, ha affermato parlando con i giornalisti, a margine dell’assemblea annuale di Fmi e Banca Mondiale in corso in Marocco. A chi gli chiedeva se potesse escludere il taglio del rating, ha però risposto “nessuno può escludere nulla”. “Le agenzie di rating fanno il loro lavoro. Noi abbiamo avuto l’occasione di aggiornare il contenuto della nostra manovra. Vedo i giornali pieni di informazioni su cosa c’è nella legge di bilancio da un mese che lo stesso ministro dell’Economia ignora e non so chi se le sia inventate”. E in merito alle tensioni espresse dal mercato, sull’Italia e il suo rendimento dei Btp, ha replicato “non mi preoccupano i mercati, ma sono consapevole dei punti di forza e dell’atteggiamento che abbiamo tenuto e continueremo a tenere”.