Negli ultimi tempi, Fabrizio Corona è tornato a far parlare molto di sé. Intervistato a Belve da Francesca Fagnani e pochi giorni più tardi ospite di Mara Venier a Domenica In, l’ex re dei paparazzi ha detto la sua, non solo in tv. In questura a Milano dove, nell’ambito di un’inchiesta della procura di Torino, è stato convocato come persona informata riguardo un giro di scommesse su piattaforme illegali (con il coinvolgimento di alcuni calciatori di Serie A), ma anche sul web. Proprio in rete, e in particolare sui social, ha lanciato il suo canale di notizie “Dillinger News”, ispirato al celebre criminale americano.
Un nome emblematico, non casuale. Corona ha le idee chiare e ha voluto dare una forte impronta al proprio sito. “Only the outlaws will be free”, il motto di Dillinger News. “Solo i fuorilegge saranno liberi”. Dunque, l’idea è quella di un portale anticonformista, scomodo, con la missione di rivelare le oscure verità della quotidianità, senza preoccuparsi di usare toni urlati o poco convenzionali. Di qui, il richiamo a John Herbert Dillinger, bandito attivo negli Stati Uniti durante il periodo della Grande Depressione.
Chi era John Herbert Dillinger
Elegante e stiloso rapinatore di banche, il gangster americano è stato ritratto, nella cultura popolare e cinematografica, come un affascinante dandy con la passione sfrenata per le donne e il mitra in mano. Un mito nella criminalità a stelle e strisce, considerato dall’FBI e dal suo direttore J. Edgar Hoover il “nemico pubblico numero uno” e dipinto dai media come un moderno Robin Hood. Nota, infatti, era la sua abitudine di bruciare i registri contabili delle banche, con cui si guadagnava l’apprezzamento dei più poveri che, in quegli anni, soffrivano la fame.
La carriera di Dillinger, però, fu tanto intensa, quanto breve. Abito signorile, cappotto di alta sartoria e cappello da gentiluomo, il criminale americano fu arrestato diverse volte e altrettante evase dal carcere. Celebre, tra le tante, la sua fuga dalla prigione di Crown Point nell’Indiana durante la quale, si dice avesse usato una finta pistola in legno. Un rebus per la polizia. Un eroe vendicativo per coloro che, al tempo, vedevano le istituzioni come le principali responsabili della crisi economica. Ma agire nelle zone d’ombra della legge ebbe, anche per lui, gravi conseguenze.
Il 22 luglio 1934, fuori da un cinema di Chicago, Dillinger fu tradito da una prostituta russa (passata alla storia come “la donna in rosso”) e ucciso dall’FBI. Morì a soli 31 anni, circondato da un’aura mitica, con l’etichetta del bandito affascinante d’altri tempi che, ancora oggi, penetra la storia e la cultura popolare. Dopo la scomparsa, infatti, alla sua figura furono ispirati diversi racconti e adattamenti cinematografici, tra cui, il più recente è “Nemico pubblico – Public Enemies”, (uscito nel 2009) con protagonista Johnny Depp, per la regia di Michael Mann.