“Analizzare” è un verbo che nell’ambito dell’industria erotica può essere frainteso. E’ vero anche che il trend sugli oggetti del piacere della scorsa edizione di EroFame, fiera internazionale dell’industria erotica, era focalizzato sul commercio di but plug e similari. Ma procediamo un passo alla volta, sempre con lubrificante e condom in tasca, mi verrebbe da dire.

Con l’avvento dell’e-commerce i negozi si sono piegati alla comodità di un click: la tecnologia ha dato l’opportunità di comparare prezzi, leggere recensioni e comprare subito. E qui non c’è bisogno di una analista perché lo sa pure la zia Albenga. Tuttavia all’estero, parlo per esempio della Germania, andare per negozi è ancora molto apprezzato: questo canale (aridaje) di vendita resiste perché si apprezza l’esperienza dell’acquisto e del consiglio di persona. In generale però temo che nei prossimi anni tenderanno a scomparire e finiranno in un buco nero. E continuiamo con i doppi sensi.

La pandemia e la crisi globale hanno influito sul mercato dell’industria erotica? Tantissimo, dicono i sondaggi svolti dallo storico brand LELO.

Sono appena rientrata dall’edizione autunnale di EroFame ad Hannover, appuntamento immancabile per gli addetti ai lavori e termometro di un settore che pare non abbia mai vissuto crisi da una decina d’anni a questa parte. Se devo essere sincera invece questa volta, ma già anche l’anno scorso, la fiera è stata molto contenuta e non ho visto nessuna novità particolare.

Anche perché diciamocelo: prima i Rabbit, poi i “succhia-clitoride”, poi i massaggiatori prostatici, poi i super plug, poi i vibratori che mentre penetrano roteano, frullano, titillano che sfido ad arrivare all’orgasmo perché devi far sì che tutto combaci; magari con 34 dita visto che le modulazioni vibranti o ondulatorie sono 298 e prima di capire quale sia la titillazione perfetta si è già scaricato tutto. Molti brand presenti anni fa hanno disertato. Mi auguro che il motivo sia perché tra qualche mese a Barcellona – città sicuramente più comoda da raggiungere e più vivace – si terrà l’edizione primaverile.

Ma veniamo (ehm) alle curiosità. Lingerie, lingerie, lingerie! Mai visti tanti espositori di intimo fetish alla fiera dei sex toys. Vinile, pelle finta, lattice, rete. Genere alla “Tom of Finland” di lusso per lui e cameriera sexy in bodystocking di rete bianca e rossa per lei. Ops! Sorry. Per tutt*. E, qualitativamente, mica robetta. Vagine finte sempre di tendenza, ma in formato mignon e super realistico. C’è anche quella da viaggio con una impugnatura comoda in silicone che sembra la base di un candeliere. Nella confezione sarebbe adatta la frase “Rimetta a posto la candela”. Ovviamente dopo l’uso e il relativo lavaggio.

Lubrificanti sempre in bella vista. Evviva! Quelli non devono mai mancare.

Per l’uomo sperimentatore ecco la doll ultra realistica di WMdolls, brand cinese che ha vinto nel 2022 il celebre Red Dot Award. Alta circa un metro e cinquanta, duecento modelli, cinquecento teste, è personalizzabile e il costo si aggira sui duemila euro. Ho chiesto se fanno anche la versione maschile: non ancora, perché queste sagome di silicone pesano abbastanza e le donne – secondo loro – farebbero fatica a maneggiarle. Sul depliant, orgogliosi, scrivono che la sede dell’azienda è in una cittadina (impronunciabile) nel sud del Paese, famosa per la tradizionale medicina cinese. Non mi è chiaro il nesso e fa tanto film di John Carpenter.

Dildo colorati con la base a ventosa che esistono dal secolo scorso ma a quanto pare la richiesta è alta.

Soliti but-plug da “ini” a “oni”, capsule per l’autoerotismo maschile che assomigliano sempre più a dei semafori di Blade Runner e i nuovi vibromassaggiatori di Calexotics a sfera che sono multitasking. Sferici e di design, oltre ad essere utilizzati sui genitali, danno piacere sulle zone erogene del corpo e riattivano la circolazione nel viso. Sarà vero? Provare per credere e fatemi sapere, che magari mi tolgo dieci anni senza lifting.

Concludo segnalando che nemmeno il buffet per i visitatori era all’altezza dei tempi d’oro.

Come afferma Gary Ayckbourn CEO di Concept to Consumer, oggi la parola che serve è adattabilità: il mercato cambia e i consumatori vogliono e si aspettano di più. Francamente, da analista del mercato da ormai vent’anni, penso che i pertugi siano sostanzialmente quelli e la noia stia imperando. Vediamo cosa ci riserva il futuro.

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