“In questo momento il rischio è che non sempre ci sia un’immigrazione di povertà ma anche di soggetti che arrivino per fare del male. Quindi va aumentato ancora di più il controllo perché non possiamo permetterci adesso di far entrare persone che verrebbero a combatterci”. Parole del ministro della Difesa Guido Crosetto a margine delle commemorazioni per l’ottantesimo anniversario dell’eccidio di Cefalonia che si sono svolte in Grecia. “Ora diventa fondamentale difendere la sicurezza del Paese e sono convinto che questa necessità aumenterà nei prossimi mesi, sia perché una riesplosione dell’integralismo è possibile, sia perché fenomeni di questo tipo aumentano il rischio di immigrazione“, ha proseguito. “Ormai i fatti di questo tipo hanno effetti economici, sociali e politici. Una crisi in Medioriente con la possibilità che dilaghi non può non avere effetti in tutto l’Occidente e in primis in Europa, che è sul Mediterraneo come lo è Israele”.

Una preoccupazione già condivisa da tutta la maggioranza di governo. “Dobbiamo stare attenti” perché “una forte immigrazione islamica” può portare “anche a una componente di avversione nei confronti del popolo ebraico in tutta Europa e questo crea dei problemi di sicurezza molto forti”, ha detto nei giorni scorsi uno degli uomini più vicini alla premier Giorgia Meloni, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giovanbattista Fazzolari, durante la registrazione di ‘Porta a Porta’. E non manca chi usa parole più forti, recuperando l’equazione tra migranti e terrorismo. “Purtroppo, a causa di scellerate politiche della sinistra, abbiamo visto entrare migliaia di immigrati clandestini senza controllo e senza identificarli, creando un problema anche per la sicurezza nazionale”. La pensa così il senatore e coordinatore regionale della Lega in Friuli Venezia-Giulia Marco Dreosto. “In seguito al barbaro attacco terroristico di Hamas contro Israele è necessario alzare la guardia e dare alle forze dell’ordine tutti ali strumenti necessari per aumentare i controlli sia ai confini territoriali che all’interno delle nostre comunità, per neutralizzare le minacce che possono arrivare da fanatici islamisti già presenti sul nostro territorio”.

“L’allerta è alta, non abbiamo segnali di preoccupazione maggiore dei giorni passati ma non per questo il governo non si è attivato”, ha spigato Palazzo Chigi dopo il confronto con l’intelligence. Nelle ultime ore è stato il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi a chiarire quanto messo in campo. “E’ stato disposto un rafforzamento di tutti i dispositivi di osservazione e controllo riferiti agli obiettivi sensibili presenti sul territorio nazionale e nella seduta del Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica, convocato d’urgenza lo scorso 10 ottobre, sono state approfondite le possibili minacce e gli strumenti di prevenzione e contrasto”. Senza dimenticare l’ingresso di migranti in Italia: “L’azione del Governo, sin dal suo insediamento si è incentrata su ogni forma di contrasto all’immigrazione irregolare, anche in relazione ai possibili profili di rischio di infiltrazione terroristica nei flussi. I recenti tragici avvenimenti impongono una rinnovata e più elevata attenzione, senz’altro, in particolare attraverso il potenziamento delle attività interforze per i controlli delle frontiere e di quelle effettuate dalle specifiche task force operanti nelle principali aree di sbarco e negli hotspot nazionali”.

In allerta per possibili atti di antisemitismo anche altri Paesi europei, dopo la dura rappresaglia israeliana contro la Striscia di Gaza seguita ai sanguinosi attacchi di Hamas dentro i confini dello Stato ebraico. In particolare, i governi di Regno Unito e Francia parlano di una preoccupante recrudescenza di minacce, intimidazioni, quando non di aggressioni vere e proprie. I due governi, dichiaratamente al fianco di Israele, hanno promesso misure draconiane. La compagine conservatrice del primo ministro britannico Rishi Sunak – che in queste ore ha predisposto l’invio di due navi militari di appoggio della Royal Navy nel Mediterraneo orientale e di aerei spia per voli di sorveglianza a sostegno di Israele – ha rafforzato i dispositivi di sicurezza a tutela delle comunità ebraiche del Regno. Impegno che Sunak aveva già preso di fronte agli appelli dei vertici di alcune delle maggiori organizzazioni dell’ebraismo britannico – riporta l’Ansa – oltre allo stanziamento di 3 milioni di sterline all’ente di beneficienza ebraico Community Security Trust per la protezione di scuole e sinagoghe. Secondo Downing Street, negli ultimi quattro giorni le forze di polizia dell’isola hanno registrato del resto almeno 139 “incidenti di matrice antisemita”, vale a dire il 400% in più rispetto alla media del 2022. Nel frattempo due scuole primarie ebraiche ortodosse di Londra rimarranno chiuse fino a lunedì.

Intanto a Parigi dopo il caso del Louvre anche la reggia di Versailles e la stazione ferroviaria Gare de Lyon sono state evacuate per allarme bomba. Il ministro dell’Interno di Emmanuel Macron, Gérald Darmanin, ha parlato di un’impennata fino a oltre cento episodi antisemiti censiti negli ultimi giorni, con un totale di 24 persone fermate dalla polizia per azioni che includono scritte razziste o insulti contro gli ebrei. Mentre Pharos, piattaforma francese per le segnalazioni di episodi di odio online, ha indicato di aver ricevuto già “oltre 2.000 segnalazioni”. Darmanin, pur escludendo al momento minacce incombenti di un ritorno in grande stile del terrorismo jihadista o segnalazioni dell’intelligence su “rischi d’importazione del conflitto israelo-palestinese” in Francia, è arrivato a decretare in una circolare rivolta ai prefetti una sorta di divieto tout court di qualunque manifestazione filo-palestinese nel territorio della Republique, liquidata in questa fase come una potenziale “turbativa dell’ordine pubblico”; non senza sollecitare la loro collaborazione con i servizi segreti per contribuire a individuare e espellere “individui (stranieri) vicini al movimento terrorista Hamas o ad organizzazioni che fanno apologia di terrorismo”. Tutto questo mentre il ministro della Giustizia, Eric Dupond-Moretti, ha ricordato che “l’antisemitismo non è un’opinione, è un reato”.

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