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Il padre di Vincent Plicchi, tiktoker 23enne suicida in diretta: “Hanno ordito una trappola contro di lui e gli hanno aizzato contro altri influencer”

Il papà del 23enne sostiene che a spingere il figlio a togliersi la vita siano stati atti di cyberbullismo premeditati: "È iniziato tutto circa venti giorni fa, adesso ho scoperto che questa ragazza turca con il suo fidanzato hanno ordito una trappola infangando mio figlio, dandogli del pedofilo e poi aizzando altri influencer a dargli addosso"

di F. Q.

Vincent si è tolto la vita in diretta su TikTok, aveva 23 anni. Nel tempo, indossando la maschera di un personaggio del videogioco “Call of Duty, aveva conquistato un seguito di oltre 300 mila follower e tra questi ci sarebbero i tanti cyberbulli che avrebbero spinto il giovane a togliersi la vita. Al momento, le circostanze e le motivazioni dietro questo tragico atto sono oggetto di un’indagine da parte dei carabinieri, che hanno già fornito una relazione alla Procura di Bologna che ha aperto un fascicolo conoscitivo. E il padre di Vincent, Matteo Plicchi al Corriere dice: “Hanno martellato un ragazzo sensibile, diffamandolo solo per aumentare la loro visibilità sui social”. Stando alle prime ricostruzioni dei fatti, il giovane potrebbe essere stato vittima di cyberbullismo: secondo quanto riferito da diverse fonti, il 23enne avrebbe conosciuto una ragazza online all’interno della comunità di fan di “Call of Duty.” La giovane aveva dichiarato di essere maggiorenne, ma in realtà aveva solo 17 anni: da questo momento in poi, si sarebbero scatenate accuse di pedofilia contro il 23enne, tanto che lui avrebbe, per un periodo, smesso di postare video. Fino a martedì sera quando è entrato in diretta e si è tolto la vita. A trovarlo quando ormai non c’era più nulla da fare è stato il papà che al quotidiano diretto da Luciano Fontana dice: “È iniziato tutto circa venti giorni fa, adesso ho scoperto che questa ragazza turca con il suo fidanzato hanno ordito una trappola infangando mio figlio, dandogli del pedofilo e poi aizzando altri influencer a dargli addosso”. Uno sfogo drammatico: “Dopo la sua morte volevo capire e allora ho aperto un profilo anch’io e ho contattato alcuni di quelli che lo avevano accusato. Pensi che alcuni influencer italiani mi hanno spiegato di essere stati “costretti” a partecipare alla gogna social per non perdere follower. Hanno ammazzato un loro coetaneo solo per la visibilità”. Alla domanda sulla denuncia, Plicchi risponde: “I carabinieri hanno tutto, ho già raccontato tutto, hanno sequestrato anche il suo telefono. Chi di dovere ha tutti gli elementi per andare a fondo. E poi è già tutto scritto su TikTok, c’è persino gente che adesso si scusa e hanno praticamente ammesso ciò che hanno fatto. Di sicuro io mi impegnerò perché del cyberbullismo si parli…”.

Se hai bisogno di aiuto o conosci qualcuno che potrebbe averne bisogno, ricordati che esiste Telefono amico Italia (0223272327), un servizio di ascolto attivo ogni giorno dalle 10 alle 24 da contattare in caso di solitudine, angoscia, tristezza, sconforto e rabbia. Per ricevere aiuto si può chiamare anche il 112, numero unico di emergenza. O contattare i volontari della onlus Samaritans allo 0677208977 (operativi tutti i giorni dalle ore 13 alle 22).

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