Dal Canada a New York gli esempi sono tantissimi e i commentatori divisi
L’ultimo in ordine di tempo è il ristorante indiano Adrak Yorkville a Toronto in Canada. I bambini sotto i dieci anni non sono ammessi nel locale: “Ci assicuriamo sempre di comunicare questa politica agli ospiti quando prenotano attraverso tutte le nostre piattaforme ed è anche chiaramente scritto sul nostro sito web”, ha detto un portavoce al TheStar. “Ma non è discriminazione?”, si legge in una recensione del ristorante. E ancora: “Io ci sono stata con i miei due figli: quello di undici anni poteva entrare ma quello di 7 no, ce ne siamo andati senza festeggiare un compleanno”. Insomma, commenti divisi, com’è facile immaginare. “L’Adrak Yorkville offre un ambiente intimo per serate da coppie o tavolate di amici ma anche per parlare di affari. C’è anche un cocktail bar che rispecchia questa filosofia”. Niente remore, insomma: i bambini stanno fuori. Un’accesa discussione si era scatenata lo scorso febbraio anche sul Nettie’s House of Spaghetti, un ristorante di cucina italiana nel New Jersey: “Troppo rumore, poco spazio per i seggioloni, pasticci di vario tipo che poi vanno puliti. E poi le corse per il ristorante e la responsabilità di eventuali cadute”: queste le parole di Chris e Tania Calabrese, titolari del locale. I due sottolineano che “bambini li amano”: “Davvero tanto, ma ultimamente è molto difficile accoglierli”. I commenti al loro post Facebook con l’annuncio della nuova regola? Tanti. In molti trovano questa decisione “inappropriata”, “triste” e un utente scrive: “Ho portato la mia bambina in alcuni ristoranti stellati e l’hanno accolta fin da neonata. Non posso più portarla lì? Che tristezza”. C’è anche chi si è detto d’accordo con il locale, sostenendo che “non tutti i posti sono adatti alle famiglie”.