Botta e risposta sui social. Da una parte il vicepremier e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, dall’altra Irene Montero, ministra dell’Uguaglianza in Spagna e suo marito, il leader di Podemos Pablo Iglesias, guida storica del partito cui la ministra appartiene. Al centro dello scontro la guerra tra Israele e Hamas, oggetto di un tweet della ministra che prende le distanze dalla stretta di mano tra Ursula Von der Leyen e il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu: “Not in my name”, ha scritto Montero.

Il leader della Lega non si trattiene e decide di attaccare l’esponente di un altro governo europeo. “Prima ancora di provare a nascere, il (forse) nuovo governo socialista spagnolo già litiga su Hamas e Israele, con la ministra dell’Uguaglianza (!) contraria all’unità contro il terrorismo islamico…”. Dura la replica Montero: “Vicepresidente, lei sta legittimando le violazioni del diritto penale internazionale, come le punizioni collettive, e difendendo l’impunità per i crimini di guerra? L’Europa – conclude la ministra – è nata dalla vittoria dell’antifascismo sui colpevoli di genocidio”.

Ma non è finita. Nemico storico di Salvini, il marito della ministra e storica guida di Podemos, Pablo Iglesias, si lancia in una risposta ancora più dura. “In Spagna ci sono ancora membri del governo che difendono i diritti umani, la legalità internazionale e il diritto all’esistenza della Palestina”, inizia l’ex vicepremier, oggi non più deputato. “Mentre in Italia c’è un governo con fascisti e ridicoli codardi come te. Ti auguro il meglio”. A queste parole, Iglesias ha allegato la foto di qualche anno fa del leader della Lega nella piazza Rossa con indosso una maglietta con la faccia di Putin.

Immancabili i commenti che si moltiplicano sotto allo scambio social. “Game, Set, Match“, o in altre parole “lo ha asfaltato”. E’ questo il giudizio più frequente degli utenti di X, che danno la meglio a Iglesias, compresi tanti italiani che sotto al suo tweet scrivono semplicemente “grazie“. Mentre a Salvini sono dedicati una serie di aggettivi che lo accusano di approfittarsi della situazione a Gaza per fare “propaganda”. C’è addirittura chi ricorda episodi del passato: “Questo è quello che mangiava ciliege mentre un suo sottoposto parlava di bambini morti. Cosa ci si può aspettare?”, riferendosi a una conferenza stampa del giugno 2020 in cui il governatore veneto Luca Zaia parlava dell’inchiesta sulla morte di tre neonati in un Ospedale della regione.

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