Televisione

Fabio Fazio fa il botto con la prima puntata di “Che tempo che fa” sul Nove: 13% di share. Luciana Littizzetto: “Mi toglierò tutti i sassolini dalle scarpe”

"Che tempo che fa" è il programma più visto di sempre per Discovery. Dopo le polemiche dei mesi scorsi e l'addio alla Rai, Fabio Fazio incolla allo schermo 2.608.000 telespettatori con il 13% di share

Esulta Warner Bros. Discovery: “Che tempo che fa” è il programma più visto di sempre. Dopo le polemiche dei mesi scorsi e l’addio alla Rai, Fabio Fazio incolla allo schermo 2.608.000 telespettatori con il 13% di share. Un totale ottenuto considerando il simulcast, la messa in onda speciale per il debutto su tutte le reti del gruppo. Un boom già visibile anche considerando il dato su Nove: 2.1000 spettatori con il 10,5% di share, con il “Tavolo” visto da 1.122.000 con l’8,2%. Una curiosità che aveva accompagnato già l’anteprima di Nino Frassica al 5,7% e la presentazione del programma all’8,8% di share.

Nella parte centrale della trasmissione, in prime time, ha registrato oltre 7 milioni e mezzo di contatti vale a dire il numero di spettatori che si sono sintonizzati su “Che tempo che fa” per un solo minuto. “Il paragone con i dati d’ascolti di Rai3 è impossibile. Discovery la domenica sera è attorno al 2%. Mi piacerebbe raddoppiare”, aveva detto pochi giorni fa al Corriere della Sera il conduttore forse per scaramanzia. In realtà, complice il simulcast, Fazio al debutto supera tutte le reti generaliste tranne Rai1 che con la fiction “Cuori” vince la serata con il 16,8% di share e 2.879.000 spettatori.

La decisione di contrapporre “Report” a “Che tempo che fa” danneggia il programma d’inchiesta che segna un calo dopo l’exploit della prima puntata, la trasmissione condotta da Sigfrido Ranucci ha raccolto davanti al video 1.478.000 con il 7,6%. Fazio supera anche Canale 5 (“Caduta Libera” 11,5%), Rai2 (“Il Collegio” 4,8%), Rete 4 (“Dritto e Rovescio” 6,2%) e La7 (“In Onda” 3,2%).

“L’estate è stata molto faticosa, ci abbiamo messo tanto per trovare i pesci ma alla fine ce l’abbiamo fatta. E dunque, Che tempo che fa, ventunesimo anno, sul canale Nove ha inizio adesso. Siamo sempre noi. Grazie a quelli che ci hanno aspettato. Non è cambiato nulla…”, ha detto in apertura il padrone di casa. Il cast non cambia e lo studio coloratissimo è identico con la scrivania al centro. Non manca Luciana Littizzetto che per il debutto prepara una letterina: “Caro Nove, eccoci qui come Ambra a dire ‘Non è la Rai’. Io te lo dico, preparati, voglio togliermi tutti i sassolini che ho nelle scarpe, che dopo decenni sono diventati grossi come nuraghi. E sappi che dirò tante parolacce, tutte quelle che non potrò dire in tanti anni”.

“Sappi che parlerò di Meloni e dell’opposizione che la combatte ogni giorno, ma oltre che di Salvini parlerò anche della Schlein e del suo fantastico modo di esprimersi che certamente avvicinerà al partito democratico i ceti più semplici e proletari”, ha proseguito la comica torinese. “Parlerò di Crosetto e di Pichetto, di Sangiuliano e dei libri che non ha letto. Parlerò di Piantedosi che ama i migranti ma a piccole dosi e anche di Giorgetti che toglie le tasse ai grandi e le lascia ai piccoletti”, ha detto Littizzetto, dopo aver salutato il canale in diverse lingue, da ‘caro Nove’ a ‘Dear Nine’, collocando l’emittente sul telecomando ai confini dell’universo conosciuto tra “telesangiovese” e “Cip e Ciop Channel”.

“Parlerò del salario minimo, che sarebbe il minimo per vivere dignitosamente, e invece non serve a niente secondo il CNEL… o LA CNEL e parlerò del CNEL perché la sua esistenza è uno dei grandi misteri di questo pianeta insieme all’Area 51, Loch Ness e la veggente di Trevignano…Parlerò di cose che fanno ridere, perché è il mio mestiere. Ma parlerò anche di cose che fanno male, perché è il mio mestiere anche quello. Parlerò di femminicidi, perché dall’inizio dell’anno sono già state uccise 90 donne di cui 75 in famiglia e possiamo cambiare rete ma non smettere di denunciare questo orrore. Parlerò anche di morti sul lavoro, che sono 657 nei primi otto mesi dell’anno più di uno al giorno, perché chissenefrega della sicurezza se bisogna fare soldi e farli in fretta. E parlerò di guerra. Di tutte le guerre. Ne parlerò come so e come posso, perché non sono un’esperta. Posso solo dire che la guerra distrugge sempre, mentre la prerogativa degli umani è quella di costruire. Ma ti giuro, caro Nove, che sarò sempre la parentesi minchiona della settimana. L’angolo della balenga. L’attimo di respiro dopo sette giorni in apnea. La finestra socchiusa in una camera piena di mangiatori di fagioli. E tu, Nove, accoglimi, fatti capanna. Fatti guscio, cofanetto, scrigno e portagioie. Sii la mia ostrica, e io sarò la tua pirla”, ha concluso Littizzetto.