Addio alla pista di Cortina. Le gare di bob, slittino e skeleton delle Olimpiadi invernali del 2026 si dovranno tenere all’estero, anche se i Giochi ufficialmente si chiamano Milano-Cortina. Figuraccia a parte, tutto risolto? Non proprio, perché anche fuori dai confini italiani le incognite non mancano. Le due opzioni più accreditate portano da un lato a St. Moritz (Svizzera) e dall’altra a Innsbruck (Austria). La pista elvetica è un’opzione sponsorizzata dal sindaco di Milano, Beppe Sala, che ha subito pronunciato il suo endorsement: “Se fosse a Saint Moritz a noi andrebbe molto bene come sistema – ha affermato il primo cittadino – perché farebbe risparmiare e credo che, tenendo aperta la Forcola, si possa avere un villaggio olimpico a Livigno unico. Questo vuol dire avere molto risparmio”. A Bormio infatti ci saranno le gare di sci maschile e di sci alpinismo, a Livigno il freestyle e lo snowboard. Sul versante austriaco, invece, Innsbruck da un anno ormai offre il suo impianto di Igls, che è in corso di rinnovamento. Circa 30 milioni sono già stati stanziati, altri 23 l’Innsbruck Olimpia World li chiederebbe all’Italia, che si ritroverebbe un impianto seminuovo. Entrambe le opzioni, quella svizzera e quella austriaca, presentano però delle criticità.

Tutte le opzioni furono scartate – La figuraccia italiana era prevedibile: ilfattoquotidiano.it per oltre due anni, in solitaria, ha denunciato le criticità del progetto di Cortina, che mentre accumulava ritardi vedeva i costi salire. Alla fine a far franare tutto ci hanno pensato le imprese: nessuna si è voluta impegnare nella costruzione dell’opera, nonostante il pressing di Simico, Società infrastrutture Milano-Cortina guidata da Valerio Sant’Andrea. La stessa Simico, per diversi motivi, nei suoi dossier aveva scartato le alternative di Innsbruck (Austria), Konigsee (Germania) e La Plagne (Francia). “Ad oggi non risulta percorribile l’ipotesi di un immediato utilizzo, senza sostanziali interventi di riqualificazione, degli impianti sportivi oggetto d’indagine, in quanto non in possesso dei requisiti minimi previsti dalle federazioni internazionali per lo svolgimento delle prossime gare olimpiche”. Ora invece va trovata una alternativa, pure alla svelta: “Stiamo già lavorando per esplorare tutte le possibili soluzioni insieme al Cio e alle federazioni internazionali”, ha detto il presidente del Coni Giovanni Malagò a Mumbai, durante la 141esima sessione del Cio, subito dopo aver annunciato il fallimento del progetto di Cortina. L’unica opzione italiana sarebbe Cesana, o meglio quel che rimane della pista realizzata per le Olimpiadi di Torino 2006 e poi dismessa: il ministro dello Sport, Andrea Abodi, ha già scartato questa possibilità, per via dei costi necessari a rianimare un rudere che poi – visti i difetti di quell’impianto – sarebbe destinato a tornare tale.

La pista di St. Moritz L’opzione svizzera è ad oggi quella più quotata. Un’ipotesi che era già stata presa in considerazione durante la realizzazione del masterplan iniziale, anche se poi era stata scartata. Ora l’idea di andare a St. Moritz viene caldeggiata in particolare dal quotidiano La Repubblica, che tesse le lodi dell’impianto elvetico: “Pista naturale e quindi pienamente sostenibile”. Come se fossero stati gli ambientalisti e non le lacune nel progetto a far naufragare l’ipotesi di Cortina. Logisticamente St. Moritz sarebbe in effetti la soluzione ideale, per la vicinanza a Livigno. Anche se farebbe diventare Milano-Cortina un’Olimpiade concentrata principalmente tra il capoluogo e le montagne della Lombardia. A raffreddare gli animi però ci ha pensato Thomas Schwab, segretario generale della Federazione tedesca di bob e slittino, che all’agenzia tedesca Dpa ha dichiarato: “Tutto porta a Innsbruck/Igls. Non sarà St. Moritz perché lì non c’è ghiaccio artificiale e le temperature a fine febbraio sono inclementi“. La Olympia Bobrun St. Moritz–Celerina è infatti la pista più antica al mondo e l’unica a refrigerazione naturale: un miracolo di ingegneria, che però mal si adatta al riscaldamento climatico. Anche se ha ospitato gli ultimi mondiali di bob, che si sono svolti tra il 28 gennaio e il 5 febbraio 2023.

La pista di Innsbruck – A Innsbruck la situazione è nota. L’Olympia Eiskanal di Igls in questa stagione è stato utilizzato da circa 25mila atleti, con una media di 170 partenze al giorno. Ha ospitato gare di coppa del mondo, di coppa Europa, di bob paraolimpico, pure i campionati italiani e gli allenamenti degli atleti azzurri, oltre a quelli delle federazioni rumena e inglese. È un impianto di sicura affidabilità, che però ha in programma dei lavori di rinnovamento: diventerà “una delle strutture più moderne al mondo”, sostiene l’ad dell’Innsbruck Olimpia World Matthias Schipflinger. I costi per la ristrutturazione di parte della pista (un nuovo arrivo e una nuova partenza per le gare femminili) sono di 27 milioni, già stanziati dagli austriaci. Mancano altri 23 milioni, necessari per la realizzazione di un centro sportivo, di un impianto fotovoltaico e della copertura completa della pista. Il problema principale però in questo caso riguarda i tempi: le nuovi parti della pista non saranno pronte prima dell’autunno 2025. Quindi oltre il termine necessario per il collaudo del Cio: servirebbe una deroga, visto che i lavori non riguardano tutto il tracciato.

Da un lato le temperature, dall’altro i tempi: anche andare all’estero comporta delle incognite per bob, slittino e skeleton. L’unica opzione priva di rischi sarebbe Pechino, dove c’è una pista nuova di zecca usata un anno fa per i Giochi invernali 2022. Per ora questa resta una provocazione, salvo altri colpi di scena.

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