Inizialmente si pensava che un padre avesse esploso colpi di pistola verso il figlio, per poi uscire dal portone e darsi alla fuga. Alla fine, però, si trattava di un falso allarme generato da una telefonata anonima: c’era solo questo dietro la presunta sparatoria di Sanremo.

Tutto è cominciato intorno alle 13 di martedì 17 ottobre, quando il 112 ha ricevuto una segnalazione in cui un testimone riferiva di aver sentito degli spari provenire da un palazzo in via Pietro Agosti, nel centro città, in una delle zone più frequentate di Sanremo. Immediato l’intervento della polizia, che si è messa alla ricerca del presunto aggressore nella zona circostante piazza Eroi, perlustrando in particolare quattro appartamenti della palazzina e visionando le telecamere di videosorveglianza presenti nella città.

Nelle operazioni sono stati impiegati decine di poliziotti e sei volanti, ma gli inquirenti non hanno trovato alcun ferito e nemmeno tracce di bossoli o segni di spari. Questo malgrado alcuni passanti avessero dichiarato di aver sentito distintamente alcuni colpi di pistola, mentre un testimone affermava di aver sentito una lite tra i due uomini prima degli spari. Nel frattempo non arrivavano notizie nemmeno sulla vittima, sulle sue condizioni di salute e sulle sue generalità, finché si è appreso che si trattava solo di un falso allarme.

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