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Eva Riccobono a “Belve”: “Mi sono vestita da trans e mi sono imbucata ad una festa LGBTQ+: un trauma, stavo per far vedere la ‘patata’”

Nel corso della lunga intervista, l'attrice e conduttrice si è raccontata a cuore aperto, svelando aneddoti inediti della sua vita privata

di F. Q.

Eva Riccobono è stata tra gli ospiti di Francesca Fagnani nell’ultima puntata di “Belve” e, nel corso della lunga intervista, si è raccontata a cuore aperto, svelando aneddoti inediti della sua vita privata. Tra gli episodi raccontati dall’attrice e conduttrice siciliana anche la festa a New York riservata alla sola comunità LGBTQ+: “Ero a New York con un mio amico, che mi dice di dover andare a una festa. Io gli chiedo di andare, ma lui mi risponde che è una festa solo per la comunità LGBTQ+ in un locale particolare. Le donne non potevano entrare. Ci venne l’idea di vestirmi da trans, andai in questo locale e vidi cose che, citando un film, voi umani non potete immaginare. Diciamo che si sentivano più tranquilli nell’accoppiarsi sui divanetti. Il trauma della serata arrivò poco dopo: vado in bagno e due ragazzi ci provano. Ho avuto paura, a un certo punto ho cominciato a dire urlando spaventata ‘c’ho la patata!’, la stavo anche per far vedere”.

E ancora: “Con una donna ho avuto una sola relazione. C’era una ragazza molto bella, una modella più sexy di me. Era un’amica e ho deciso di provare. È stato divertente ma preferisco altro”, ha confidato Riccobono quando Fagnani le ha chiesto se abbia mai avuto una relazione con una donna. Rispetto invece al rapporto con le droghe ha precisato: “Mi piacevano le canne, ho provato la cocaina e l’ecstasy. La cocaina è brutta, tira fuori il peggio di te. Sono più da bicchierino”. Severo il giudizio sulle amiche modelle: “Io ero poco ambiziosa. Non credo sarei durata quanto Bianca Balti e Maria Carla Boscono. Non ci credevo troppo, non avevo quell’ambizione. Volevo fare altro. Il cachet più alto della mia carriera? 150mila euro per una campagna”. Quindi la stoccata: “Quando stai negli appartamenti con le modella trovi una marea di casi umani. A volte, durante le sfilate, si toglievano le scarpe e avevano le unghie nere. Io ho sempre vissuto da sola. Sono disordinata ma pulita”.

Spazio poi al racconto su sex toys ricevuti in regalo dagli amici: “Vivevo a New York e le mie amiche che erano più allegre ogni tanto si accoppiavano. Io non riuscivo a battere chiodo. In quel periodo, i miei agenti mi consigliavano di dedicarmi a questo aspetto. Un amico venne a casa e mi regalò un set. Provai questi oggetti ma poca roba. Tornata a casa a Palermo, mia madre aprì la valigia e le dissi che non erano miei”. Infine, la “belvata” che rivendica: “Da adolescente avevo un’amica cui confidai che ero molto innamorata di un ragazzo che conosceva. Una sera scoprii che si era appartata con questo ragazzo e aveva fatto di tutto per sedurlo. Anni dopo mi dissero che aveva perso la testa per un ragazzo. Mi invitarono a una festa a casa sua. Io, che sono sempre stata vestita da maschiaccio, avevo una minigonna tipo cintura a vita bassa. Vidi questo ragazzo, mi sedetti sopra di lui, gli chiesi di passarmi il fumo dalla bocca perché avevo il lucidalabbra. Mi guardava come se avesse visto la Madonna. Quando percepii che era felice di questa mia presenza, mi alzai, andai dalla mia amica e le dissi: ‘Oggi ti faccio capire cosa ho provato io. Vai dal tuo fidanzato e controlla se è stato molto felice di vedermi’”.

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