Dopo l’ordine di evacuazione da parte di Israele dal nord di Gaza nei giorni scorsi è iniziato l’esodo di migliaia di palestinesi diretti a sud. L’obiettivo è superare il fiume Wadi, oltre il quale si arriva ad una zona sicura, fuori dal possibile raggio della controffensiva israeliana. “Le persone non riuscivano a trovare mezzi di trasporto e la gente evacuava nel primo modo che gli veniva in mente: qualcuno andava in macchina, altri a piedi, spesso portando animali con sé” ha raccontato al Fatto Quotidiano un ragazzo palestinese residente a Gaza, in fuga verso sud, che preferisce rimanere anonimo per la sua sicurezza.

“Molte persone scappano senza sapere dove andare. Trovano rifugi temporanei in scuole, strade, negozi. Mancano le condizioni umane necessarie a evacuare.”
Nella tragedia che lo circonda, il ragazzo ha avuto il privilegio di poter andarsene in macchina. Alle sue spalle ha lasciato Gaza, dove la situazione, per i civili, è sempre più critica: “In molti sono rimasti sotto le macerie delle case distrutte dagli israeliani perché non c’erano le attrezzature adatte per recuperarli. I bombardamenti cadono su tutta Gaza, riguardo ai morti non parliamo di due o tre persone, ma di quaranta, cinquanta, settanta. In un giorno sono state sterminate più di settanta famiglie

di Alex Simonetti

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