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Rafah, i palestinesi sfollati e la strage all’ospedale: i fronti di attrito tra Al-Sisi e Israele

Il persistente stallo sul valico di Rafah, la questione degli sfollati palestinesi – che il Cairo non ha mai inteso accogliere – e infine l’ultimo, catastrofico tassello: l’attacco all’ospedale di Gaza, nel quale sono morte centinaia di persone. Sono questi i fronti su cui l’Egitto di Al-Sisi oggi contesta Israele che, ha ribadito, continua a bombardare il passaggio che garantirebbe l’arrivo degli aiuti umanitari nella Striscia e dove da giorni migliaia di palestinesi sono ammassati. Ma il varco non ha mai aperto.

Per il Cairo, che da quando è iniziato il conflitto dopo gli attacchi di Hamas del 7 ottobre si è sempre opposto all’arrivo dei profughi sul suo territorio, resta cruciale la questione dei palestinesi sfollati da Gaza: il loro spostamento verso l’Egitto rischia di portare allo “spostamento dei palestinesi dalla Cisgiordania alla Giordania“, ha avvertito, aggiungendo che “ciò che sta accadendo oggi a Gaza ha lo scopo di trasferire i palestinesi in Egitto” e “il piano di trasferire i palestinesi dalla Striscia di Gaza all’Egitto e dalla Cisgiordania alla Giordania rende impraticabile l’idea di creare uno Stato palestinese“. Una sintesi riportata su X da al-Arabiya, che riassume le dichiarazioni fatte dal presidente egiziano nella conferenza stampa congiunta con il cancelliere tedesco Olaf Scholz, in visita al Cairo.

“La continuazione delle attuali operazioni militari a Gaza avrà ripercussioni che potrebbero andare fuori controllo e minacciare un’espansione del conflitto”, ha detto al-Sisi, che si chiede perché Israele non trasferisca gli abitanti di Gaza nel (deserto israeliano del) Negev invece che nel Sinai, “finché i gruppi armati di Gaza, come Hamas e la Jihad islamica palestinese, non saranno eliminati. Non accettiamo – ha continuato ribadendo l’intenzione del Cairo di non aprire le porte ai rifugiati palestinesi – che l’Egitto si faccia carico delle ripercussioni dell’escalation a Gaza e della distruzione della pace”. Secondo il presidente egiziano “spostare i palestinesi nel Sinai significa trascinare l’Egitto in una guerra contro Israele“. Il leader egiziano ha quindi aggiunto che “non permetteremo che la questione palestinese venga liquidata e ciò che sta accadendo a Gaza non è un’azione militare contro Hamas, ma piuttosto un tentativo di sfollare i residenti della Striscia di Gaza”.

Quanto invece all’attacco all’ospedale, una tragedia che ha scosso il mondo arabo provocando proteste e scontri, se Biden ha “scagionato” Israele, non vale lo stesso per al-Sisi che, al contrario, ritiene Tel Aviv responsabile. “Condanno fermamente questo bombardamento deliberato di Israele che rappresenta una chiara violazione del diritto internazionale, della legittimità internazionale e delle decisioni umanitarie”, ha scritto al- Sisi su Facebook. Da ricordare che domenica ha dichiarato al segretario di Stato americano Antony Blinken che la risposta di Israele all’attacco di Hamas è passata dall’autodifesa alla “punizione collettiva”.