L’Italia reintrodurrà i controlli alle frontiere interne con la Slovenia, sospendendo l’efficacia del regolamento Schengen per dieci giorni a partire dal 21 ottobre. La decisione – presa in seguito all’attentato rivendicato dall’Isis a Bruxelles – è stata comunicata dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi alla Commissione europea e agli altri Stati membri in base all’articolo 28 del regolamento, che consente il ripristino dei controlli, “in via eccezionale”, “quando una minaccia grave per l’ordine pubblico o la sicurezza interna richiede un’azione immediata”. Finora la misura era stata adottata dal governo italiano in sole tre occasioni: dal 14 al 21 luglio 2001 durante il G8 di Genova, dal 28 giugno al 15 luglio 2009 durante il G8 dell’Aquila e dal 10 maggio al 30 maggio 2017 durante il G7 di Bari e Taormina. La norma sovranazionale fissa a dieci giorni la durata massima del ripristino dei controlli, che però lo Stato membro può prorogare “per periodi rinnovabili non superiori a venti giorni” fornendo “una valutazione aggiornata della necessità e della proporzionalità della misura, nonché di eventuali nuovi elementi”. La stessa misura è stata adottata da altri otto Paesi europei su alcune delle rispettive frontiere: Austria, Germania, Norvegia, Repubblica Ceca, Polonia, Slovacchia, Svezia e Francia.

“L’intensificarsi dei focolai di crisi ai confini dell’Europa, in particolare dopo l’attacco condotto nei confronti di Israele, ha aumentato il livello di minaccia di azioni violente anche all’interno dell’Unione”, si legge in una nota di palazzo Chigi. “Un quadro ulteriormente aggravato dalla costante pressione migratoria cui l’Italia è soggetta, via mare e via terra (140 mila arrivi sulle coste italiane, +85% rispetto al 2022). Nella sola regione del Friuli-Venezia Giulia, dall’inizio dell’anno, sono state individuate 16mila persone entrate irregolarmente sul territorio nazionale”, si sottolinea. “Questo scenario, oggetto di approfondimento anche da parte del Comitato di analisi strategica anti-terrorismo istituito presso il ministero dell’Interno, conferma la necessità di un ulteriore rafforzamento delle misure di prevenzione e controllo. Nelle valutazioni nazionali, infatti, le misure di polizia alla frontiera italo-slovena non risultano adeguate a garantire la sicurezza richiesta”, argomenta la Presidenza del Consiglio. “Le modalità di controllo saranno attuate in modo da garantire la proporzionalità della misura, adattate alla minaccia e calibrate per causare il minor impatto possibile sulla circolazione transfrontaliera e sul traffico merci. Ulteriori sviluppi della situazione ed efficacia delle misure verranno analizzati costantemente, nell’auspicio di un rapido ritorno alla piena libera circolazione”, conclude il comunicato.

Soddisfatta la Lega: “Un’ottima notizia che conferma la serietà e la concretezza del governo. Avanti così, a difesa dell’Italia e dei suoi confini”. Dal canto suo, il ministro dell’Interno sloveno Bostjan Poklukar ha sottolineato all’omologo italiano la necessità di rispettare la “temporaneità e proporzionalità di questa misura”, chiedendo che i controlli siano “proporzionati e amichevoli, in modo da non infrangere i legami culturali, di amicizia e familiare delle persone che vivono lungo il confine”. I due ministri hanno convenuto che i vertici delle polizie italiana e slovena si incontreranno presto per decidere come e dove attuare la misura. Il governo di Lubiana, secondo informazioni non ufficiali, implementerà controlli simili alle frontiere con Croazia e Ungheria.

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