Mafie

Messina Denaro al giudice: “Strage di via dei Georgofili? Non si volevano uccidere persone, ma prendersela con i beni dello Stato”

La strage di via dei Georgofili? “La finalità era prendersela con lo Stato, con i beni dello Stato”. A sostenerlo è stato Matteo Messina Denaro, durante un interrogatorio reso davanti al giudice nei mesi scorsi, che è stato ora depositato senza omissis. Prima di morire, infatti, l’ultimo boss delle stragi ha accettato di sottoporsi a tre interrogatori, rispondendo alle domande dei magistrati che lo hanno arrestato. Ma non essendo un collaboratore di giustizia, il capomafia non ha fornito agli investigatori notizie davvero rilevanti. Anzi, si è limitato a raccontare la sua verità, lanciando una serie di messaggi che possono pure essere depistaggi. Lo stesso ha fatto quando ha risposto al gip Alfredo Montalto, che degli interrogatori di Messina Denaro faceva già cenno nell’ordinanza con cui ordinava l’arresto di Laura Bonafede, figlia del capomafia di Campobello di Mazara.

“Tengo in chiaro che io non so niente di Firenze, io non so niente anche perché non c’è mai stata in una mia condanna nessun riscontro oggettivo”, ha detto l’ex superlatitante, che ha tentato più volte di sminuire o negare completamente il suo coinvolgimento in fatti per cui è stato condannato in via definitiva. Compresa la strage di via dei Georgofili, compiuta nella notte tra il 26 e 27 maggio del 1993, in cui morirono cinque persone, comprese Natia e Caterina Nencioni, due bambine di 9 anni e di appena 50 giorni. “Quello di Firenze, qualora fosse vero, non è che si volevano uccidere persone, anche perché ci sono collaboratori che dicono che la finalità non era uccidere delle persone. Solo che il problema è stato secondo me che sono andati con la ruspa cioè hanno ucciso la mosca con le cannonate. Perché si sa che se si mettono bombe, possono cadere degli innocenti“, ha proseguito Messina Denaro nell’interrogatorio.

Poi, dopo aver continuato a negare di aver avuto un ruolo nelle bombe del ’93, Messina Denaro ha aggiunto: “La finalità era prendersela con lo Stato, con i beni dello Stato“. Dunque dovevano essere colpiti solo i monumenti. Ma allora perché le bombe di Firenze, Roma e Milano fanno dieci morti e decine di feriti? “Non è stato secondo me un errore – ha sostenuto Messina Denaro – è stato menefreghismo che è peggio perché l’errore può essere perdonato. Ma se io capisco e intuisco che là succedeva una strage ecco che una bomba là non sarebbe mai stata messa”. Poi, riferendosi agli esecutori, il capomafia ha aggiunto: “Il problema è che hanno usato gente che non vale niente“.