Le istituzioni lo avevano annunciato da mesi, ma sono anni che le persone disabili e le famiglie attendono: chiedono semplificazione normativa, facilitazioni nel recepire i loro diritti oltre che maggiori risorse economiche per migliorare la qualità di vita di donne e uomini non autosufficienti. A più di un anno dall’insediamento del governo Meloni, è stato finalmente costituito e si è riunito per la prima volta il 5 ottobre il Tavolo tecnico per la redazione di un Testo unico per le disabilità. L’ente lavorerà in particolare al coordinamento e al riordino delle disposizioni vigenti in materia di disabilità. Non sono previsti nuovi fondi aggiuntivi per aiutare le oltre tre milioni e mezzo di persone disabili che vivono in Italia e che da decenni vivono sulla loro pelle, più degli altri, i continui tagli pubblici al welfare, sanità e istruzione scolastica. Da una parte il Tavolo è strumento ritenuto “importante, utile, inedito” per le Federazioni a tutela delle persone con disabilità chiamate a farne parte Fand e Fish, dall’altra non mancano le preoccupazioni. “Questa iniziativa nella migliore delle ipotesi dovrebbe forse rendere più snelle alcune procedure”, ha dichiarato a ilfattoquotidiano.it il presidente di Confad Alessandro Chiarini, “ma che non ha alcun impatto significativo con l’avanzamento dei diritti per tutti e zero tutele ai caregiver familiari, dato che colpevolmente ancora mancano una legge e fondi ad hoc per loro”.
Va detto che il governo Conte 1 il 12 dicembre 2018 nel decreto Semplificazioni aveva istituito per la prima volta il Codice Unico per le persone con disabilità con le medesime finalità e obiettivi da raggiungere che ora si prefigge il Testo Unico. Codice mai del tutto reso operativo e mai riempito di contenuti sia per l’arrivo della pandemia che per la fine degli esecutivi a guida Conte. Il Codice è stato lasciato in stand by con l’arrivo di Mario Draghi a Palazzo Chigi.
Il Tavolo è presieduto da Claudio Contessa, presidente di Sezione del Consiglio di Stato, mentre il vice presidente è l’avvocato Gianfranco de Robertis, chiamato in qualità di esperto in materia con un passato in Anffas, l’associazione nazionale che rappresenta le famiglie di persone con disabilità intellettiva o relazionale. Date l’ampiezza e le specificità delle questioni che verranno affrontate, fanno parte del Tavolo, tra gli altri, i rappresentanti di otto ministeri diversi e i presidenti della Federazione italiana per il superamento dell’handicap e della Federazione tra le associazioni delle persone con disabilità. Membri partecipanti ai lavori del Tavolo sono anche i Capi di Gabinetto e i Capi dell’Ufficio legislativo dei ministeri guidati da Locatelli e Casellati. Nel decreto che ufficializza la creazione del Tavolo e ne stabilisce compiti e composizione si precisa che “la partecipazione al Tavolo di cui al presente decreto è a titolo gratuito e ai componenti non spetta alcun compenso, indennità, gettone di presenza, rimborso spese o altro emolumento comunque denominato”.
I compiti del Tavolo tecnico per la redazione di un Testo unico per le disabilità – L’organismo ha come obiettivo la redazione di un “Testo unico per le disabilità”. Il Tavolo, se necessario, potrà provvedere pure alla ricognizione delle fonti secondarie, delle linee guida e degli altri atti di indirizzo e proporre alle amministrazioni competenti la loro riforma o l’adozione di nuove disposizioni per garantire l’attuazione del Testo unico. E questo lavoro di riordino e semplificazione, si legge nel decreto prodotto, vedrà la conclusione entro il 31 dicembre 2024 con la predisposizione del testo da sottoporre al parere del Consiglio di Stato. Si tratta di un lavoro che nessuno prima aveva mai realizzato e che dovrà necessariamente portare ad una semplificazione normativa.
“Soddisfazione” dal mondo delle Federazioni nazionali a tutela dei diritti delle persone disabili che fanno parte del Tavolo – “Alla prima riunione del 5 ottobre è stato rappresentato il metodo, illustrate le finalità e le modalità di lavoro per la redazione il prima possibile del Testo Unico. Si lavorerà in gruppi specifici, un passo molto importante perché le persone con disabilità e le loro famiglie hanno la necessità di snellire le norme e la troppa stratificazione di atti a volte addirittura in parziale contrasto tra loro”. A dirlo a ilfattoquotidiano.it il presidente della Fand Nazaro Pagano. “E’ fondamentale la partecipazione delle associazioni, abbiamo condiviso sia i metodi sia le finalità. Solleciteremo tutte quelle attività che possano portare all’effettiva semplificazione, sistemazione e rivisitazione”. Il numero uno della Fand continua esprimendo “apprezzamento per le forze messe in campo e l’impegno profuso, confidiamo che possa finalizzarsi in un lavoro con risultati tangibili. Bisogna assolutamente rendere il diritto delle persone disabili più fruibile e più chiaro”. Questo poiché il quadro normativo sia nazionale sia locale è troppo frammentato e sovrapposto, a volte di difficile esigibilità per le amministrazioni pubbliche e soprattutto per le persone disabili e le loro famiglie. Una delle questioni che infatti spesso le famiglie si trovano ad affrontare è l’eccessiva burocrazia che ostacola e, in alcuni casi anche peggiora, la qualità di vita delle persone non autosufficienti. “Finora è mancata una visione organica di tutto l’impianto legislativo e normativo, esiste tutta una serie di circolari, messaggi, regolamenti anche locali che vanno a complicare in maniera pesante la quotidianità già non semplice delle famiglie che hanno una persona con disabilità a carico”, afferma Pagano. Anche il presidente Fish, Vincenzo Falabella, mostra apprezzamento: “Si tratta di un impegno fattivo che marcia in parallelo al lavoro in atto per la realizzazione dei Decreti Attuativi della Legge Delega al Governo in materia di disabilità n.227/21”. Falabella giudica “favorevolmente l’istituzione di questo Tavolo, anche alla luce del fatto che da tempo incalzavamo il Governo, affinché si potesse avviare un processo volto a portare ad un Testo unico sulla disabilità”. Semplificare e rendere migliore la vita delle donne e uomini con disabilità sono gli obiettivi che in particolare le associazioni vogliono portare realizzare. Il numero uno della Fish infine rilancia chiedendo un ulteriore intervento del governo: “Auspichiamo che il prossimo passo possa riguardare l’istituzione di un Fondo Unico sulla Disabilità”.
Confad: “Gli obiettivi che si prefigge il Tavolo sono positivi ma bisogna vedere quali saranno realmente i benefici. Chiediamo da anni una legge sui caregiver” – Cauto e meno entusiasta sulla costituzione del Tavolo tecnico è il numero uno della Confederazione nazionale famiglie con disabilità, Alessandro Chiarini: “Da un lato è apprezzabile l’intenzione di lavorare a una semplificazione normativa, tuttavia è fin troppo evidente quanto sia farraginosa e piena di insidie la prospettiva di un Testo unico sulla disabilità. L’ orizzonte normativo che afferisce alla disabilità incrocia i quadri normativi di tante materie complesse, quali ad esempio quelle fiscali e sanitarie”. Il governo ha promesso che grazie al lavoro del Tavolo miglioreranno le condizioni e il recepimento dei diritti per tutti. Ma è davvero cosi? “Risulta quantomai difficile immaginare un intervento legislativo che di fatto dovrebbe in qualche modo impattare e modificare materie di questo tipo. L’esperienza insegna che parole quali “riordino” e “semplificazione” – afferma Chiarini – vengono utilizzate spesso senza che vi sia alcuna corrispondenza con i fatti che si manifestano successivamente. Ricordo”, continua il presidente Confad, “che questa iniziativa nella migliore delle ipotesi dovrebbe forse rendere più snelle alcune procedure, ma che non ha alcun impatto con l’avanzamento dei diritti delle persone con disabilità e dei caregiver familiari, ricordando quanto spesso per i primi vi siano leggi che però sono poco o per nulla applicate, o poco finanziate, e per i secondi addirittura non si sia ancora provveduto con una legge nazionale che preveda tutele e sostegni”.