Momento Claudio Bisio. “Ho 66 anni ma percepiti 16”. L’attore milanese nelle sale in questi giorni da regista con L’ultima volta che siamo stati bambini!, tratto dal libro di Fabio Bartolomei, si racconta al Corriere. “Ci sono posti dove non posso più andare: come faccio ad andare alle Colonne di San Lorenzo a bere una birra? Mi scambiano per un vecchio guardone”, spiega con ironia Bisio. L’attore ricorda un episodio buffo, quando assieme alla figlia sono andati a vedere una mostra all’Ara Pacis: “Alla cassa ci hanno detto che c’erano sconti per under 25 e per over 65. Io li avrei pagati quei due euro in più, ma mia figlia si è girata troppo velocemente verso di me… In un secondo ho scoperto che lei ormai era adulta e io un vecchio”.
Bisio ricorda la lunga carriera di comico poi di attore e infine anche di presentatore tv. “Il mio maestro a sua insaputa è stato Dario Fo, andavo di nascosto a vedere le sue prove. Lo conobbi quando avevo solo 15 anni, durante un’occupazione al Cremona, il liceo scientifico. Gli chiesi se poteva venire da noi a scuola, convinto dicesse di no. Invece anche se non mi conosceva rispose subito di sì. Ci fece Mistero Buffo nell’Aula Magna e io rimasi affascinato da quell’affabulazione, dai versi di Cielo d’Alcamo e di Cecco Angiolieri. In quel momento ebbi la folgorazione sulla via di Damasco; mi dissi: io voglio fare quella cosa lì, senza sapere bene cosa fosse. Decisi di prenderlo come modello e maestro, i miei spettacoli in fondo sono delle affabulazioni”.
Poi ancora il Derby di Milano negli anni settanta/ttanta (“altro che Zelig (…) era il locale notturno della mala, il pubblico era fatto di gente che arrivava dalle corse dei cavalli, maîtresse e biscazzieri (…). Era una fatica vera, iniziavano alle 11 di sera e si andava avanti fino alle 2 di notte e oltre, quando arrivava una fauna strana”). Infine il cazzeggio sul set di Mediterraneo di Salvatores,poi diventato film da Oscar. “Eravamo un gruppo di amici che cazzeggiava e beveva ouzo. Ho dormito tre ore in due mesi. Bellissimo”. E l’esordio alla regia di un film a 66 anni? “Sono un pazzo. Nel momento in cui uno puoò godersi 43 anni di carriera mi sono messo in un’impresa durata quattro anni e mezzo”.