Il delitto di Chiavari dopo quasi 30 anni giunge a una svolta: secondo la Procura a uccidere Nada Cella sarebbe stata Anna Laura Cecere. Chiuse le indagini preliminari sull’omicidio della giovane segretaria, massacrata nello studio commercialista in cui lavorava, 27 anni fa, tra i caruggi del piccolo centro ligure. Il pubblico ministero Gabriella Dotto e i poliziotti della squadra mobile hanno notificato l’avviso di conclusione indagini alla Cecere per il delitto di omicidio volontario, aggravato dalla crudeltà e dai futili motivi ai danni di Nada Cella. Manca la prova del Dna, con cui speravano forse di inchiodare la Cecere ma secondo i magistrati ci sarebbero comunque gli elementi per provare il suo presunto coinvolgimento nel “cold case”.
Secondo la Procura, la donna avrebbe assassinato la giovane segretaria per prenderne il posto di lavoro e per gelosia nei confronti del datore di lavoro di lei, Marco Soracco che invece pare avesse all’epoca un debole per la giovane vittima. Anche Soracco, insieme all’anziana madre Marisa Bacchioni sarebbero indagati per i reati di favoreggiamento nei confronti della Cecere e false dichiarazioni al pubblico ministero. Fu proprio Soracco, quel 6 maggio del ’96, a ritrovarla in fin di vita, con il cranio fracassato, e fu anche il primo a essere indagato per il brutale omicidio dal Filippo Gebbia. Poi la sua posizione venne archiviata.
Sin dalle prime indagini, emerse il profilo di una donna come presunta assassina. Fu ritrovato un bottone immerso nel sangue, sotto il corpo della Cella, in quell’ufficio. Dopo nove giorni ai carabinieri arrivò una segnalazione da parte di due senzatetto che, a due passi dall’ufficio in via Marsala videro passare una donna in stato evidente di agitazione quel giorno. Gli uomini dell’Arma, autorizzati dal procuratore, tracciarono un identikit e capirono chi era la donna segnalata. Andarono a casa sua e trovarono dei bottoni di una vecchia giacca logora che lei avrebbe buttato conservandone appunto soltanto i bottoni. Questa donna si occupava di pulizie e conosceva Soracco che aveva incontrato più volte in una balera, nell’ex cinema Odeon. La donna frequentava Soracco ed era andata con una scusa nel suo studio un giorno, come disse anche alla vicina di casa a cui riferì parole non gentili su Nada, la sua segretaria. I carabinieri consegnarono la relazione al procuratore all’epoca ma fu archiviata da Gebbia perché convinto che a uccidere Nada fosse stato Soracco. Questo fascicolo andò perso.
Il caso è stato riaperto grazie alla giovane criminologa Antonella Delfino Pesce a cui la madre di Nada ha consegnato uno scatolone con dentro tutte le carte in possesso dei legali della famiglia, ovvero fascicolo dei carabinieri perduto e poi ritrovato che racchiude l’indagine autonoma dei carabinieri con l’inchiesta sulla donna misteriosa. Grazie a questo ritrovamento, il 4 novembre del 2021 la Procura di Genova ha riaperto il caso iscrivendo Annalucia Cecere nel registro degli indagati. La donna ora avrà 20 giorni per farsi interrogare dagli inquirenti.