contributo statale che viene definito "ridicolo rispetto all’entità della spesa: su 90 milioni investiti, lo Stato ne copre soltanto 4, finanziando il servizio per appena mezz’ora a settimana".
Il Campidoglio getta acqua sul fuoco dei fondi mancanti per il servizio di inclusione scolastica dei bambini disabili. Nel giorno della manifestazione Cub degli operatori e degli insegnati preoccupati per i tagli al servizio annunciati e paventati da alcuni Municipi, l’assessora alla Scuola, Formazione, Lavoro di Roma Capitale, Claudia Pratelli, e la vicesindaca e assessora al Bilancio, Silvia Scozzese hanno fatto sapere in una nota che il servizio Oepac (operatori educativi per l’autonomia e la comunicazione), “su cui il Comune di Roma ha scelto di fare un investimento particolarmente significativo per lo specifico valore a garanzia del diritto allo studio delle bambine e dei bambini con disabilità, è una priorità dell’amministrazione“.
L’amministrazione di Roberto Gaultieri difende inoltre le recenti scelte di operative sottolineando come il nuovo modello di erogazione del servizio, basato sul sistema di accreditamento, “ha consentito maggiore protagonismo delle famiglie nella scelta degli organismi erogatori, un significativo aumento delle ore erogate, nonché la valorizzazione dei lavoratori e delle lavoratrici: misure che hanno determinato un incremento molto rilevante della spesa da parte dell’amministrazione, che confermiamo per i prossimi anni proprio in virtù del valore del servizio”, si legge nella nota. Secondo la quale i paventati tagli o la messa degli utenti in lista d’attesa siano da ricondurre a un normale processo di monitoraggio della sperimentazione che prevede che “come sempre le risorse vengono integrate in corso d’anno in base ai fabbisogni in modo da garantire tutte le ore occorrenti ai bambini e alle bambine in base agli specifici piani individuali“.
Non solo. Le amministratrici capitoline definiscono il suo servizio “il più generoso d’Italia quanto ad ore erogate e per il quale Roma Capitale assicura risorse importanti”. Con un contributo statale che viene definito “ridicolo rispetto all’entità della spesa: su 90 milioni investiti, lo Stato ne copre soltanto 4, finanziando il servizio per appena mezz’ora a settimana”.
Dal canto suo la Cub resta alla finestra, soddisfatta per la riuscita della mobilitazione di giovedì mattina, “contro la quale in molti, a partire da CGIL e CISL, hanno remato. Attendiamo di vedere i fatti”. Il sindacato di base autonomo, in ogni caso, resta convinto che “l’unica vera soluzione per garantire, contemporaneamente, la dignità del lavoro e il diritto all’istruzione degli alunni e delle alunne con disabilità è l‘internalizzazione del servizio. Per questo continueremo a seguire l’iter parlamentare delle due proposte di legge e a mobilitarci perché si arrivi, in tempi brevi, all’approvazione”.