Pare piuttosto maldestra l’idea di escludere i titoli di Stato dal calcolo dell’Isee. La misura compare nel pacchetto famiglia predisposto dalla ministra Eugenia Roccella che confluirà nella prossima legge di bilancio e ha l’ovvia conseguenza di avvantaggiare chi dispone di patrimoni, anche grandi, investiti in Bot e Btp rispetto a chi dispone di meno risorse. Insomma un’assist a chi ha di più a scapito di chi ha di meno. La docente di Scienza delle finanze e deputata del Partito Democratico Maria Cecilia Guerra ha gioco facile nel mettere in luce questa lampante stonatura.
Il governo toglie i titoli pubblici dall’Isee? Così chi è più ricco perché possiede molti titoli di Stato passa davanti a chi è più povero nelle liste per le residenze protette o paga una tariffa più bassa per mensa scolastica, sanità, asilo nido ecc. Una ingiustizia colossale.
— maria cecilia guerra (@mceciguerra) October 19, 2023
Oltre ad un favore (l’ennesimo di questo governo) ai più benestanti la ratio della norma potrebbe essere quella di incentivare le famiglie a comprare i titoli di Stato italiani in un momento in cui le condizioni di mercato si stanno facendo più impegnative . Insomma una versione moderna e aggiornata dell'”oro alla patria” di mussoliniana memoria. Aumentare la quota sul totale dei bond sovrani in mano ai cittadini italiani allenta i legami del paese con la grande finanza ma la strada da fare per raggiungere una sorta di autarchia finanziaria sul modello giapponese, è molto lunga e quasi impossibile da percorrere sino in fondo. Oggi la quota di debito italiano in mano alle famiglie è appena del 10% (solo nel 2010 era al 23%). La banca d’Italia che acquista e detiene materialmente i titoli su mandato della Banca centrale europea è balzata al 25%. Un altro 24% fa capo a banche e assicurazioni nazionale, un altro 26% a soggetti finanziari internazionale. D’altronde l’esclusione dall’Isee introduce una soluzione di dubbia costituzionalità. La dichiarazione è infatti usata anche per accedere a tariffe più favorevoli in scuole, asili e sanità. A titolo di esempio chi potesse disponesse di un patrimonio da 20 milioni di euro in titolo di Stato e non avesse altri redditi, potrebbe ottenere lo stesso trattamento agevolato di una famiglia i cui introiti si fermano sotto i 15mila euro l’anno. Potrebbe persino accedere a strumenti di contrasto alla povertà come quel poco che rimane del reddito di cittadinanza.