“Mi sento nauseato per quello che è accaduto. Qualche mese fa avevo dichiarato che ero la prima vittima della nuova pista da bob di Cortina, in realtà io sono l’unica vittima. La pista infatti non si farà, come avevo previsto da almeno due anni, ma mi ha ugualmente rovinato la vita cancellando l’attività imprenditoriale e turistica che svolgevo nel bosco di Ronco”. Mirko Gardini, 62 anni, era fino allo scorso mese di marzo il titolare del parco avventure “Adrenalin Center” realizzato in un arco di vent’anni accanto al Bob Bar, nella zona dove un tempo correva la vecchia pista “Eugenio Monti”. Un lavoro paziente per costruire piattaforme sugli alberi, percorsi con corde e scalette, così da offrire un’esperienza mozzafiato per adulti e bambini, a dieci-quindici metri di altezza in un bosco di larici. Siccome la nuova pista avrebbe dovuto passare proprio lì e gli alberi sarebbero stati abbattuti, Gardini ha dovuto chiudere tutto.
“Non mi è rimasto più niente di quella attività e per Cortina è stato un grande danno, visto che parecchie migliaia di persone sono passate quassù divertendosi e provando emozioni. Se solo mi avessero dato il tempo di effettuare la stagione estiva 2023, adesso avrei potuto continuare. Invece a marzo il sindaco di Cortina mi ha dato il benservito, rispondendo alle mie lamentele solo con qualche messaggino WhatsApp”. Ilfattoquotidiano.it ha già raccontato, dopo lo smontaggio di tutta l’attrezzatura, la storia di Gardini, che ora si arricchisce di nuovi, amari commenti. Nella convenzione con il Comune di Cortina, che risale al 2019, c’è scritto che “l’area è sottoposta a vincolo paesaggistico-ambientale ed ha una superficie complessiva di 4.800 metri quadrati circa”. “La durata della concessione era di quattro anni e poteva essere rinnovata di altri quattro anni a discrezione dell’amministrazione comunale. – spiega Gardini – Il Comune si riservava di revocare la concessione ‘per preminenti esigenze di interesse pubblico dandone comunicazione almeno 4 mesi di anticipo’. Quando ho ricevuto la comunicazione dal Comune si faceva riferimento all’utilizzo per le Olimpiadi. Adesso quell’utilizzo non ci sarà più e quindi non c’erano neppure le esigenze pubbliche”.
Gardini mostra la lettera datata 15 marzo 2023 e firmata dal dirigente comunale, l’architetto Carlo Breda. “La società Infrastrutture Milano-Cortina 2026 ha avviato l’iter di riqualificazione della pista ed ha chiesto al Comune di provvedere quanto prima a rientrare nella piena disponibilità di tutti i terreni interessati dal progetto… Si comunica pertanto l’impossibilità di addivenire al rinnovo del contratto di concessione prot. 11946 del 28.06.2019, in scadenza al giorno 20.06.2023”. Così ricostruisce l’epilogo: “Il sindaco Gianluca Lorenzi aveva cercato di indorare la pillola dicendo che mi avrebbero dato un altro posto, diviso in due parti, quindi inutilizzabile. Io allora ho spedito le fatture di spese da me sostenute per 500mila euro negli anni, proponendo che si prendessero in carico l’attività, pagandomi la metà del valore. Non mi hanno mai risposto. Così ho smontato tutto spendendo 30mila euro, per un’attività che, se dovesse essere rifatta, ha un valore di 500mila euro. Per un parco del genere servono almeno 100 piattaforme sugli alberi. Farne una costa circa 3mila euro. Io ne avevo 148”.
Inutili i tentativi di contattare, all’epoca, il sindaco. “Gli ho scritto: ‘Mi hai rovinato la vita’. Il parco era per me una sicurezza per la vecchiaia, nel momento in cui avessi venduto l’attività. Sa cosa mi ha risposto? Ecco il messaggino: ‘Perdona, ma non ti abbiamo rovinato nulla. Devo portare avanti le Olimpiadi e non ci posso fare niente. Attieniti a quanto comunicato dagli Uffici’”.
La pista non si farà, ma il parco-avventure non c’è più. “Sto verificando la possibilità di avviare una causa per danni. Io ero contrario alla pista e quindi come cittadino sono contento che non la facciano. Ma lo sono solo a metà, perché da cortinese so che è stata persa un’attrattiva turistica importante con il parco-avventure”. Gardini ha fatto per alcuni anni anche il direttore di pista del vecchio impianto di Cortina. “Io amo il bob, uno sport che andrebbe salvato. Ma ho sempre detto che la pista non l’avrebbero fatta perché so quali sarebbero stati i costi di gestione, oltre a quelli per la costruzione dell’impianto”.