Una periferia in pieno centro storico. È questa la sensazione che si ha attraversando il quartiere Albergheria di Palermo, a due passi dal palazzo del comune in piazza Pretoria. Quartiere simbolo del multiculturalismo della città, grazie soprattutto al mercato di Ballarò, l’Albergheria è da anni un luogo dimenticato, popolato da cumuli di rifiuti e spacciatori di crack.
È per combattere il degrado che da otto anni è nato Ballarò Buskers, festival internazionale di circo contemporaneo e di teatro di strada. Organizzato dall’assemblea pubblica SOS Ballarò, che al suo interno annovera centinaia di attivisti provenienti dalle associazioni, dai circoli, dalle cooperative e dai residenti del quartiere, quest’anno l’appuntamento è da venerdì 20 a domenica 22 ottobre, quando il volto dell’Albergheria cambierà. Otto piazze diventeranno teatro a cielo aperto: Piazza Casa Professa, Campo Plesso Cascino, Chiostro della biblioteca di Casa Professa, Piazza Mediterraneo, Piazza San Nicolò, Piazza Santa Chiara, Campo dell’Oratorio di Santa Chiara e Piazza Brunaccini.
“Ultimamente ci sentiamo molto abbandonati a noi stessi, a contrastare e a risolvere i tanti problemi che ci sono all’Albergheria”, racconta Marco Sorrentino, presidente dell’associazione Ballarò Buskers. “La politica – continua – non capisce che qui c’è urgenza di avere strumenti per riqualificare spazi e rendere il quartiere un posto migliore sia per la gente che ci vive ma anche per i turisti. Proprio per questo il tema scelto quest’anno è ‘Cura degli spazi. Spazi di cura‘. Abbiamo riqualificato tantissimi spazi, ma l’amministrazione dovrebbe prendersi carico di ristrutturare e aprire i luoghi abbandonati e metterli al servizio della collettività. Anche perché quando gli spazi vengono lasciati chiusi si trasformano in luoghi di spaccio e di consumo di sostanze stupefacenti”.
Per denunciare lo stato di degrado del quartiere gli attivisti hanno hanno scritto persino al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per invitarlo a conoscere la realtà dell’Albergheria. Il 13 ottobre scorso il capo dello Stato, che è siciliano e a Palermo torna quasi ogni settimana, ha telefonato a don Enzo Volpe, uno dei tanti volontari che con la sua casa Áncora cerca di portare conforto agli ultimi della città. “Dopo una lunga chiacchierata – racconta Don Enzo – mi ha promesso che presto ci ricontatterà per organizzare una sua visita privata“.