Quattro punti chiari essenziali:
1. L’Ue voluta dagli europeisti seguaci del funzionalismo è inefficace. Si sono perdute anche le ultime due occasioni emergenziali: il Covid e l’aggressione russa all’Ucraina. Bisogna avere il dovere e il coraggio di dichiararlo: il disegno iniziale è stato reso impossibile da regole che rendono difficili, se non impossibili, mutamenti strutturali e hanno indebolito ogni capacità decisionale. È poi intervenuto un allargamento ad altri paesi che ha tenuto conto di interessi geopolitici ed economici che erano e sono non sempre compatibili col disegno ideologico, culturale e politico che era e deve essere alla base dell’Europa unita.
Ciò ha provocato una perdita di peso dell’Europa e una sua sempre maggiore irrilevanza politica ed economica nel passaggio sul pianeta da due poli a uno e ora a un policentrismo molto conflittuale che sta aggravando le tentazioni imperialistiche e nazionalistiche. La strategia di un ulteriore allargamento, anche se ancora indeterminato nel tempo, accresce definitivamente l’impossibilità di un’Europa unita. Non si può più far finta di non saperlo.
2. Occorre che all’interno della Ue i popoli europei si esprimano per formare uno stato con istituzioni federali, fondato sullo stato di diritto liberal-democratico, che abbia un’unica cittadinanza, moneta unica, unicità di bilancio, di politica estera, di sicurezza, di fiscalità, e voto a maggioranza e democrazia sovranazionale.
Lo stato federale sarà composto dai paesi all’interno della Ue che con un unico referendum dei propri cittadini avranno deciso positivamente per un tragitto politico che porti rapidamente a una costituzione per un unico stato federale, che come già avviene per la Zona euro convivrà con i paesi che non avranno accettato questo progetto.
3. I nuovi gruppi nel Parlamento europeo dovrebbero essere la rappresentanza di veri partiti europei, e i rispettivi partiti nazionali dovrebbero essere solo diramazioni di quelli. Ciò comporterà la destrutturazione dei gruppi politici oggi esistenti, che costituiscono un coacervo di potere che contiene al suo interno rappresentanze politicamente assai disomogenee.
4. Occorre portare come primo punto nel dibattito pre elettorale e nella propria agenda politica la contrapposizione non più tra sovranisti ed europeisti, ma tra sostenitori di questa Unione inefficace e federalisti.
Senza una vera iniziativa federalista, che innalzi aspettative, visione politica, impegni programmatici seri, declinati in diritti di libertà e di democrazia per tutti, e perciò finalmente comprensibili per i cittadini, le prossime elezioni europee del 2024 non potranno che essere l’occasione del trionfo dei nazionalismi. Il cui passo successivo, come la storia ci insegna, sarà quello di inasprire le relazioni reciproche e ridare corso all’eterna guerra europea.
Come abbiamo constatato, nessuna conquista di pace e civiltà è raggiunta per sempre. Gli eunuchi del senso comune se ne facciano una ragione, e scelgano finalmente tra federalismo e barbarie. La creazione di uno Stato Federale Europeo, forte e compatto, è l’unica possibilità, per il nostro pianeta, di riportare un equilibrio geopolitico atto a limitare altre guerre e a consentire le condizioni per una stagione di progresso planetario che sappia affrontare seriamente le emergenze del cambiamento climatico e dell’emigrazione di massa.
Sul n. 137 del Nonmollare il testo completo dell’Appello Cambiamo rotta all’Europa – dall’Europa dei governi all’Europa dei cittadini – all’interno dell’Ue un’area di paesi uniti in uno stato federale. Per aggiungere la vostra firma, scrivere a info@criticaliberale.it
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