Il Cnel seleziona giovani ricercatori per studi sul mercato del lavoro. E fin qui non ci sarebbe nulla di strano, non fosse che la collaborazione dovrà essere svolta a titolo completamente gratuito. A indicarlo è la determina numero 8 del presidente del Cnel Renato Brunetta pubblicata nella giornata del 19 ottobre sul sito dell’organo costituzionale. La selezione, a quanto si legge, si rivolge a studiosi interessati a svolgere in collaborazione con il Cnel studi e ricerche su diverse tematiche, dalle dinamiche retributive e condizioni del lavoro, al mercato del tempo di lavoro e delle professionalità, dal lavoro autonomo professionale, accesso alla professione ed equo compenso fino alle nuove tecnologie e impatto su mercato e rapporti di lavoro.
I ricercatori dovranno svolgere la loro attività di ricerca, anche non necessariamente in presenza, sotto la direzione e il coordinamento scientifico del presidente della Commissione dell’informazione – il giuslavorista Michele Tiraboschi – e avranno accesso alla biblioteca del Cnel e all’archivio nazionale dei contratti e degli accordi collettivi di lavoro, spiega la determinazione. La durata dei progetti di ricerca sarà variabile, di norma non superiore all’anno, ma in ogni caso non inferiore ai tre mesi.
Per la selezione vengono inoltre fissati dei criteri prioritari, ovvero “l’originalità e qualità del progetto di studio” e “le esperienze del proponente nell’ambito della ricerca con particolare riferimento alla partecipazione a dottorati di ricerca o la titolarità di assegni di ricerca o contratti di ricerca anche in apprendistato di alta formazione e ricerca”. Il tutto a titolo completamente gratuito con la possibilità, forse, di veder pubblicato il lavoro a firma dell’autore.
Il documento, infatti, sottolinea che “l’esito degli studi e dei progetti di ricerca potrà confluire in tutto o in parte, previa valutazione positiva degli organi del CNEL, nelle pubblicazioni e nei rapporti istituzionali del CNEL con la firma dell’autore”. Traducendo in parole povere, il Cnel cerca giovani ricercatori con esperienza che propongano progetti di studio originali e di qualità in cambio di un’eventuale visibilità.
Quella dei ricercatori è tra le categorie professionali più bistrattate, precarie e meno retribuite – rispetto alle competenze e alla mole di lavoro richiesta – del Paese. E non è raro che, proprio a causa delle basse retribuzioni, molti giovani decidano di cercare fortuna all’estero, dove il lavoro di ricerca è retribuito in maniera decisamente più dignitosa.
L’approccio del Cnel non è esattamente una novità nel panorama della ricerca e della Pubblica Amministrazione, ma appare piuttosto ironico che a proporre collaborazioni gratuite sia proprio la stessa istituzione che dovrebbe vigilare sull’andamento del mercato del lavoro e ha appena bocciato la proposta di introduzione del salario minimo con la motivazione che non sarebbe lo strumento adatto a contrastare il lavoro povero e le basse retribuzioni.