Lo hanno catturato a Dolceacqua, vicino a Bordighera, al confine con la Francia, dopo una caccia durata due anni. È finita la latitanza dell’anarchico-insurrezionalista trentino Luca Dolce, di 37 anni, noto con lo pseudonimo ‘Stecco’. Individuato nei pressi del paese ligure, è stato fermato dai Nocs ed è stato trovato in possesso di un documento di identità falso con il quale ha coperto la sua fuga, terminata in Liguria con l’intervento del Nucleo operativo centrale di sicurezza della polizia.

Contestualmente alla sua cattura sono scattate a Trento, Trieste ed in Liguria varie perquisizioni condotte dal personale Digos finalizzate a cristallizare luoghi e contatti funzionali alla latitanza del Dolce. L’anarchico è stato portato presso il carcere di Imperia in attesa del processo per direttissima in quanto responsabile del possesso di documenti di identificazione falsi. Dovrà scontare, inoltre, la pena di 3 anni e 6 mesi per condanne divenute definitive ed espiare la misura cautelare in carcere pendente per un altro procedimento.

L’attività di indagine finalizzata alla localizzazione del latitante – spiega la polizia – è stata caratterizzata da estrema difficoltà operativa a causa delle accortezze e dei consolidati atteggiamenti controinvestigativi messi in atto da Dolce e dai suoi fiancheggiatori. Comportamenti e conoscenze sono maturati anche alla luce dell’esperienza fatta – secondo gli investigatori – in occasione dell’aiuto fornito per la latitanza di Juan Antonio Sorroche, anarchico conosciuto per essere considerato il responsabile di un attentato alla sede della Lega a Villorba e uno davanti alla scuola di polizia di Brescia.

Dolce stato detenuto nel carcere di Tolmezzo, e nel 2019 in quello di Ferrara dove da maggio a dicembre ha condiviso un periodo di detenzione con Alfredo Cospito. Successivamente era stato trasferito nel carcere di Modena. Inoltre dalle indagini è emerso che Dolce, dopo una prima carcerazione, mantenendo i rapporti con la compagine trentina, diventa punto di riferimento per il Triveneto: in questa veste assume anche il ruolo di figura di collegamento con le contigue realtà dell’antagonismo e del marxismo-leninismo sia a livello locale che nazionale. Una trasversalità questa che aveva già percorso tra il 2013 ed il 2018, quando ha tenuto contatti epistolari anche con noti detenuti appartenenti alle Brigate Rosse.

Originario di Trieste, Dolce è divenuto parte integrante del gruppo anarco-insurrezionalista trentino fin dal 2009, impegnato nell’attività di propaganda, contribuendo alla scrittura di numerosi scritti e pubblicando numerosi testi ed articoli caratterizzati molto spesso da profili istigatori ed apologetici. Durante un periodo di detenzione, nel 2019, ha mantenuto una costante produzione di scritti prevalentemente indirizzati alla tematica anti-carceraria, destinati ai siti d’area, in particolare riconducibili al gruppo anarchico trentino.

Le diverse attività di indagine hanno permesso di accertare la presenza in Trentino di una radicata organizzazione anarco-insurrezionalista e di una rete volta al sostegno, economico e logistico, della latitanza degli appartenenti. In questo contesto è stabilmente inserito proprio il triestino Dolce. Le indagini hanno evidenziato il ruolo del 37enne nel coordinamento a livello nazionale di attività anti-carcerarie promuovendo iniziative e mantenendo forti legami con esponenti d’area di rilievo e le condotte caratterizzate dall’uso della violenza in occasioni di pubbliche manifestazioni sfociata in invasione di terreni ed edifici, imbrattamento, resistenza a pubblico ufficiale, accensione di cose pericolose, radunata sediziosa e porto di oggetti atti ad offendere. Per tutti questi reati è stato condannato in diversi procedimenti penali.

Tra questi la manifestazione della Lega del dicembre 2018 a Rovereto: in quell’occasione un gruppo di circa 70 persone del movimento anarchico, con caschi e bastoni erano andate allo scontro le forze dell’ordine presenti. Con sentenza del 2023 l’uomo è stato condannato a 3 anni di reclusione per reati in materia di ordine pubblico per i disordini relativi all’anno 2016 quando il movimento anarchico trentino ha partecipato alla manifestazione contro le frontiere al Brennero.

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