Accusano il governo di avere uno scopo: intimorire i giudici non allineati. Per questo hanno confermato lo stato d’agitazione e deliberato la convocazione dell’assemblea generale. Una decisione presa senza unanimità quella del direttivo dell’Associazione nazionale magistrati: contro ha votato Magistratura indipendente, cioè la corrente considerata più vicina alle posizioni del governo. Passa dunque a maggioranza il documento che torna ad alzare la tensione tra le toghe e l’esecutivo ai livelli delle scorse settimane. A contrapporre il sindacato dei magistrati e il governo, infatti, è il caso di Iolanda Apostolico, la giudice del tribunale di Catania che per prima ha giudicato illegittimo il decreto migranti dell’esecutivo.

Il documento dell’Anm – Dopo quella decisione la magistrata era stata vittima di attacchi da parte del centrodestra, a cominciare da Matteo Salvini che aveva diffuso un video risalente al 2018: si vede Apostolico tra i partecipanti di una manifestazione di protesta contro l’allora ministro dell’Interno leghista per la gestione dei migranti sulla nave Diciotti. Non è ancora stato chiarito chi ha passato quel video al leader del Carroccio e neanche chi lo ha girato, anche se probabilmente si tratta di esponenti delle forze dell’ordine. Di sicuro c’è solo che le immagini della giudice a una manifestazione di cinque anni fa sono state usate per contestare le sue decisioni. “I cittadini italiani assistono da giorni ad attacchi e reazioni scomposte di esponenti del governo che, senza confrontarsi con il merito della decisione di un giudice del Tribunale di Catania in materia di protezione internazionale, investono con grande risonanza mediatica e insistenza la persona, gli affetti e la vita del magistrato, situazione che ha reso doverosa anche l’apertura di una pratica a tutela da parte del Csm, di cui auspichiamo un celere esame”, si legge nel documento approvato a maggioranza dal comitato direttivo centrale dell’Associazione nazionale magistrati. “Lo scopo perseguito – prosegue il sindacato delle toghe – è evidente, ovvero intimorire ogni giudice che dovesse assumere un’interpretazione non gradita o allineata ad un certo indirizzo politico e persuadere i cittadini che decisioni sgradite, non in linea con le scelte del governo, siano solo frutto di esercizio strumentale e, quindi, deviato della giurisdizione e di contrapposizione politica”.

Magistratura indipentente vota contro – Il documento approvato dall’Anm conferma lo “stato di agitazione sui temi dell’indipendenza e dell’autonomia della magistratura” e ha deliberato la convocazione di una assemblea generale con all’ordine del giorno “gli attacchi alla giurisdizione e la pesante denigrazione dei singoli magistrati che hanno adottato provvedimenti in materia di protezione internazionale”. Nel medesimo documento si chiede “con forza alla politica di riflettere sugli effetti dannosi per i cittadini di simili operazioni di delegittimazione, volte ad indebolire la credibilità del potere giudiziario e l’indipendente esercizio della funzione giudiziaria”. Inoltre l’Anm chiede al Garante per la protezione dei dati personali “di adottare tutte le opportune iniziative a tutela dei magistrati che sono stati e che saranno oggetto di intrusioni indebite nella loro vita privata in conseguenza del contenuto dei loro provvedimenti” e al ministro della Giustizia di “precisare il contenuto e le finalità del mandato conferito agli ispettori in merito ad un magistrato del Tribunale di Catania“. Il documento è stato approvato col voto contrario di Magistratura indipendente, la corrente di destra delle toghe, che già in passato si è schierata sulle posizioni dell’esecutivo. I sette consiglieri togati eletti al Csm da Mi, per esempio, non avevano firmato la richiesta di aprire una pratica a tutela della giudice Apostolico: in pratica avevano rinunciato a difendere una collega per non attaccare il governo di Giorgia Meloni.

Lega: “Da Anm toni sopra le righe” – Al netto della spaccatura interna alla magistratura, inedita a questi livelli, l’Anm ha comunque approvato un documento molto duro, che rappresenta una risposta formale agli attacchi dell’esecutivo, arrivati soprattutto da parte della Lega. E infatti è partito di Matteo Salvini, che esprime anche il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, a replicare all’associazione delle toghe: “La riforma della Giustizia è urgente, nel frattempo la magistratura deve concentrarsi per lavorare proficuamente e giudicare con serenità: le proteste e i toni sopra le righe della Anm non aiutano a ristabilire un clima rispettoso”.

Santalucia: “Caccia all’uomo dal governo” – A difendere Apostolico aprendo i lavori del comitato direttivo centrale è stato Giuseppe Santalucia. “È stata creata campagna di denigrazione e caccia all’uomo, una profilazione del magistrato in modo da poterlo consegnare all’opinione pubblica come inadeguato o peggio ancora come un soggetto che non assicura il contrasto all’immigrazione illegale in un momento in cui l’immograzione illegale può diventare pericolosissima per la sicurezza nazionale”, ha detto il presidente dell’Anm, richiamando il “dovere di difesa dell’ordine giudiziario, una difesa composta, razionale riflessiva aperta a discutere di tante questioni implicate da quanto accaduto, a Catania e poi a Firenze” ma “senza perdere di vista il dato centrale, che da una critica a provvedimenti giudiziari, assolutamente legittima da chiunque provenga, si è passati a una critica alla persona, alla ricerca di elementi che possano gettare ombra di parzialità e inadeguatezza sul magistrato che li ha emessi”. Il numero uno del sindacato ha proseguito spiegando che “la giurisdizione va rispettata per quello che è, un potere indipendente la domanda che sento forte è: potremo fare ciò che dobbiamo fare senza occuparci dei rischi personali che questo nostro dovere comporta?”.

Il segretario Anm: “Giudice non deve apparire di parte” – Sul caso Apostolico è intervenuto anche il segretario dell’Anm, Salvatore Casciaro, che è un esponente di Magistratura indipendente, la corrente che non ha votato il documento finale. E infatti Casciaro ha sottolineato come “l’imparzialità della decisione” di un giudice debba essere “tutelata anche attraverso l’irreprensibilità, la riservatezza e la prudenza dei comportamenti individuali, evitando di apparire all’esterno come soggetti di parte“. Riferimento evidente alla partecipazione di Apostolico alla manifestazione di protesta contro Salvini nel 2018. Secondo Casciaro è “giusto” che un giudice “coltivi la politica delle idee e non basta che conosca alla perfezione le leggi, ma è altrettanto necessario che comprenda la società nella quale esse sono chiamate a vivere”. Poi ha sottolineato: “Se non si può tendere ad un’anacronistica apoliticità o neutralità culturale, sarebbe auspicabile evitare che un giudice possa entrare in logiche conflittuali o partitiche ovvero che si cali in contesti di tensione o dialettica sociale, connaturati a certe manifestazioni pubbliche o di piazza, rispetto alle quali sarebbe il caso di fare prudentemente un passo indietro“. Questo, però, non giustifica gli attacchi arrivati alla Apostolico. Anche per Casciaro: “Resta il fatto indiscutibile che l’eventuale inopportunità del contegno del magistrato e l’inosservanza delle regole della prudenza nell’attività extra-funzionale non possono mai giustificare violenti e indiscriminati attacchi alla giurisdizione o al singolo magistrato, tanto più deplorevoli se mossi da esponenti delle istituzioni della Repubblica in grado, proprio per il ruolo ricoperto, di minare la fiducia dei cittadini nell’Ordine giudiziario”.

La replica di Area: “Asse tra Mi e il governo” – Nonostante tutto, però, la corrente di Casciaro ha deciso di votare contro il documento unitario a difesa della giudice Apostolico: una decisione che non ha precedenti. In pratica alcuni magistrati rinunciano a difendere una collega per non attaccare esponenti del governo. Una decisione che viene attaccata da Areadg, la corrente progressista delle toghe. “Oggi Magistratura Indipendente ha dimostrato di aver fatto una scelta di campo. Al congresso di Palermo avevamo ben spiegato come si stesse saldando un asse tra questo gruppo associativo e la maggioranza di Governo. Quale la contropartita? I voti dei laici di centrodestra necessari a monopolizzare le nomine dell’autogoverno in cambio della tacitazione della magistratura e della Anm portata in dote da Mi?”, scrivono in una nota i magistrati del coordinamento di Areadg. “Si vorrebbe una magistratura silenziosa e prona alle linee culturali della maggioranza, ottenuta anche a costo di rinunciare alla funzione di interpretazione delle leggi – proseguono – Un associazionismo silente o comunque diviso che sacrifica i magistrati che rendono provvedimenti sgraditi lasciandoli esposti al dileggio pubblico e prolungato per settimane e ad una indecente attività di dossieraggio che ne attinge la sfera più privata”.

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