di Toni Colloca
La proposta di due popoli due Stati pare ormai accantonata definitivamente. Anni di apartheid, occupazione militare, colonizzazione dei territori un tempo appartenuti ai palestinesi hanno reso impraticabile la situazione. Il territorio palestinese è ormai ridotto a “riserve indiane” come quelle dei pellirossa, ogni piccola enclave è isolata e circondata da muri e filo spinato, con check point ovunque. Una situazione insostenibile per chiunque.
Un eventuale Stato Palestinese sarebbe disperso tra la Cisgiordania e Gaza, con capitale a Gerusalemme Est completamente in mano israeliana. Una situazione esplosiva che non consentirebbe una convivenza pacifica in entrambi gli stati. Uno sarebbe potente e organizzato, l’altro frantumato con notevoli difficoltà organizzative. Una situazione di squilibrio foriera di ulteriori infinite contese. Quale soluzione possibile in tale guazzabuglio?
Si dovrebbe lavorare per un unico stato aconfessionale come unica possibilità di soluzione. I due popoli trarrebbero reciproci vantaggi da uno stato siffatto sia a livello politico che organizzativo. Inoltre consentirebbe una riappacificazione diminuendo l’intensità del passato storico con il fardello dei reciproci torti. Purtroppo i fondamentalismi da entrambe le parti sono duri a morire.
Certo, se i due popoli si accorgessero dei vantaggi del vivere in pace e in comune, probabilmente i fondamentalisti perderebbero terreno. Sia il popolo israeliano che quello palestinese, oltretutto, ne avranno piene le tasche di vivere nel terrore e nella paura quotidiana. Per realizzare un progetto così ambizioso ancorché razionale, ci vorrebbe un’Europa degna di questo nome (l’Europa è appiattita a servire gli Usa), ci vorrebbe un organismo internazionale non screditato, una nuova Onu democratica e rinnovata (l’Onu ne ha combinate di tutti i colori), ci vorrebbe il coinvolgimento dei Paesi arabi e di Russia, Cina, per raddrizzare la situazione. ma gli interessi Usa convergenti con la crema reazionaria del governo filofascista israeliano oggi non lo consentono. Eppure sarebbe un enorme salto di qualità verso la pace anche per tutto l’Occidente e il Medio Oriente.
Purtroppo, in questi decenni la dottrina americana di mostrare i muscoli, di estendere la sua cintura di sicurezza ovunque gli faccia comodo per i propri interessi, utilizzando, in Medio Oriente, Israele come testa di ponte ha inasprito gli animi di tutti i paesi del Sud del mondo. Così anziché andare verso la Pace e politiche di equilibrio, vediamo che i tempi non vanno in questa direzione razionale. Al contrario si sta preparando la guerra dell’Occidente verso il resto del mondo, una sciagura planetaria.