Un comunicato stampa, scritto appositamente da un partito di governo per ringraziare una corrente della magistratura. E già questa dinamica è inedita. Diventa anomala se pensiamo che la corrente viene pubblicamente omaggiata per aver spaccato il sindacato delle toghe, schierandosi contro un documento di solidarietà alla giudice duramente attaccata dall’esecutivo. Se l’avessero fatto i Democratici di sinistra, ai tempi in cui Silvio Berlusconi aveva ingaggiato la sua personale lotta contro le cosiddette “toghe rosse“, sarebbe scoppiato il putiferio. Invece a offrire pubblico sostegno a Magistratura indipendente, la componente di destra nel mondo delle toghe, è la Lega, cioè il partito che maggiormente ha attaccato Iolanda Apostolico, la giudice di Catania colpevole di aver giudicato illegittimo il decreto migranti dell’esecutivo.

Il caso Apostolico – Dopo quella decisione la magistrata era stata vittima di attacchi da parte del centrodestra, a cominciare da Matteo Salvini che aveva diffuso un video risalente al 2018: si vede Apostolico tra i partecipanti di una manifestazione di protesta contro l’allora ministro dell’Interno leghista per la gestione dei migranti sulla nave Diciotti. Non è ancora stato chiarito chi ha passato quel video al leader del Carroccio e neanche chi lo ha girato, anche se probabilmente si tratta di esponenti delle forze dell’ordine. Di sicuro c’è solo che le immagini della giudice a una manifestazione di cinque anni fa sono state usate per contestare le sue sentenze.

Il voto all’Anm – Per questo motivo il comitato direttivo centrale dell’Associazione nazionale magistrati ha espresso vicinanza alla magistrata, accusando il governo di voler “intimorire ogni giudice che dovesse assumere un’interpretazione non gradita o allineata ad un certo indirizzo politico“. Quel documento è stato votato da 22 magistrati di tutte le correnti: quelle di sinistra di Area e di Magistratura democratica, i moderati di Unicost e gli indipendenti di Articolo 101. Nessun sostegno al documento dagli 8 esponenti di Magistratura indipendente, la componente storicamente considerata di destra all’interno del “parlamentino” delle toghe. La solidarietà del sindacato dei magistrati alla giudice Apostolico, dunque, è passata senza unanimità: fatto abbastanza inconsueto. D’altra parte, solo poche settimane fa, i sette consiglieri togati eletti al Csm da Magistratura indipendente non avevano firmato la richiesta di aprire una pratica a tutela della giudice Apostolico a Palazzo dei Marescialli: in pratica avevano rinunciato a difendere una collega per non attaccare il governo di Giorgia Meloni. Esattamente la stessa decisione presa ieri all’Anm.

I ringraziamenti della Lega – A 24 ore da quel voto, dunque, ecco che la Lega – il partito di Salvini che esprime anche il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi – ha deciso di diffondere un comunicato ufficiale di ringraziamento a Mi. “È doveroso ringraziare Magistratura indipendente per la saggezza e l’equilibrio a commento del documento dell’Anm che esaspera la contrapposizione istituzionale. Una posizione, quella di Mi, che certamente è condivisa dai giudici che non operano in base a pregiudizi o ideologia e che hanno provato imbarazzo per i colleghi che invece ignorano valori come sobrietà, autocritica, responsabilità“, si legge nella nota del Carroccio. Da una parte, dunque, il partito di Salvini omaggia Magistratura indipendente. Dall’altra, però, accusa tutte le altre componenti della magistratura di emettere sentenze in base a ideologia.

Lo scontro tra Area e MI – L’omaggio pubblico della Lega a Magistratura indipendente, tra l’altro, sembra quasi dare ragione ad Areadg, che ieri aveva stigmatizzato il mancato voto dei colleghi a favore della giudice Apostolico. “Magistratura Indipendente ha dimostrato di aver fatto una scelta di campo – era il comunicato della corrente progressista delle toghe – Avevamo ben spiegato come si stesse saldando un asse tra questo gruppo associativo e la maggioranza di Governo. Quale la contropartita? I voti dei laici di centrodestra necessari a monopolizzare le nomine dell’autogoverno in cambio della tacitazione della magistratura e della Anm portata in dote da Mi?”. Accuse che hanno provocato la replica di Stefano Buccini e Angelo Piraino, presidente e segretario generale di Mi, che si definiscono “attoniti e sdegnati dai toni del comunicato di AreaDG, tanto rapido quanto sguaiato“. I vertici di Magistratura indipendente spiegano di aver proposto all’Anm un documento di “condanna alla delegittimazione personale mediatica dei magistrati” che però “conteneva altresì un invito a riflettere su come questa situazione sia stata anche determinata da condotte inopportune di singoli e su come, in un momento così delicato della vita del paese, sia fondamentale che ciascun magistrato preservi il patrimonio di credibilità della magistratura italiana“. Chiaro riferimento alla scelta di Apostolico di manifestare contro la gestione dei migranti sulla Diciotti del ministro Salvini nel 2018. Secondo Mi, però, questa riflessione è stata considerata “inopportuna” dall’Anm “perché avrebbe indebolito l’azione” del sindacato delle toghe. Per questo motivo è stato approvato un “documento nel quale non potevamo riconoscerci, che contiene una vera e propria dichiarazione di guerra. Chi lo ha approvato dovrà assumersi la responsabilità di condurre la magistratura italiana tutta in una spirale di contrapposizione con la politica che ci farà apparire parte di uno scontro tra poteri dello Stato, e dunque politicamente schierati“. Senza entrare nel merito, dunque, si può dire che la nota di Magistratura indipendente certifica la spaccatura definitiva nel mondo delle toghe.

Dal geco a Mantovano: chi stava in Mi – Corrente di appartenza del sottosegretario Alfredo Mantovano, il magistrato tornato al governo come uomo di fiducia di Giorgia Meloni, a Magistratura indipendente appartengono quasi tutte le toghe chiamate dal guardasigilli Carlo Nordio in via Arenula: dal capo del Dipartimento amministrazione penitenziaria Giovanni Russo al capo di gabinetto Alberto Rizzo fino al capo del Dipartimento giustizia minorile Antonio Sangermano. Lavorava al ministero anche uno degli storici leader di Magistratura indipendente: Cosimo Ferri, noto negli ambienti romani come il “geco“, soprannome che gli avevano appioppato perché aspettava la notte per andare a fare visita a Silvio Berlusconi. Politico con la toga, ma anche magistrato con la testa da politico, doppio figlio d’arte (il padre fu ministro ma pure leader di Magistratura indipendente), Ferri è stato sottosegretario alla giustizia di tre governi diversi. Approdato in Parlamento col Pd e poi passato a Italia viva, non è stato rieletto alle elezioni del 2022: grazie alla legge di Marta Cartabia contro le porte girevoli tra magistratura e politica, però, non è tornato a vestire la toga ma è stato inserito come “fuori ruolo” al ministero di via Arenula. Poche settimane fa è riuscito a farsi eleggere nel Consiglio di presidenza della giustizia tributaria, l’organo di autogoverno dei giudici tributari. Nel frattempo è ancora sotto procedimento disciplinare per aver tentato d’indirizzare la nomina a procuratore di Roma nell’ormai famoso incontro notturno all’hotel Champagne con Luca Palamara, Luca Lotti (che nella Capitale era ed è imputato) e cinque consiglieri del Csm. Sul procedimento, tornato alla Camera dopo la sentenza della Consulta a favore di Ferri, incombe la prescrizione.

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