Colpa di uno sciroppo. Così Papu Gomez, ex attaccante di Atalanta e Siviglia approdato da poco al Monza, ha spiegato in un lungo comunicato la squalifica di due anni per doping subita pochi giorni fa e riconducibile a un controllo effettuato in Spagna alla vigilia dei Mondiali in Qatar. Il calciatore argentino ha rivendicato di aver “sempre non solo rispettato rigorosamente tutte le normative, ma mi sono schierato come un forte difensore dello sport pulito e della sportività, condannando e respingendo categoricamente ogni forma di doping”.
“Non ho mai avuto né intendo ricorrere a una pratica vietata”, ha ribadito Papu Gomez. La violazione – ha quindi spiegato – è dovuta alla Terbutalina, sostanza assunta “erroneamente ed accidentalmente un cucchiaio dello sciroppo di mio figlio, per alleviare la sua tosse”.
Ma, ha aggiunto, “è bene specificare che l’uso terapeutico” della Terbutalina “è consentito agli atleti professionisti e che in nessun caso essa migliora la prestazione”. Non solo. Papu Gomez ha anche annunciato di aver dato mandato ai legali di continuare a contestare la squalifica ritenendo, tra l’altro, che “la trattazione del fascicolo disciplinare non sarebbe stata effettuata secondo quanto previsto dalla normativa”.