Resta al 41 bis Alfredo Cospito. Il tribunale di Sorveglianza di Roma ha rigettato il ricorso della difesa con cui si chiedeva la revoca anticipata come fa sapere il difensore dell’anarchico, l’avvocato Flavio Rossi Albertini. La Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo e gli organi centrali di polizia, nell’udienza che si è celebrata lo scorso 19 ottobre davanti al tribunale di sorveglianza di Roma, avevano dato parere favorevole alla cessazione del carcere duro. Oggi i giudici hanno sciolto la riserva confermando il 41bis per l’anarchico. Cospito, condannato a 23 anni lo scorso giugno per l’attentato alla scuola allievi carabinieri di Fossano, dall’ottobre del 2022 fino all’aprile scorso ha portato avanti un lungo sciopero della fame contro il ‘carcere duro’.
Il 57enne leader degli anarchici del Fai-Fri è in carcere in seguito alla condanna per aver gambizzato, a Genova nel 2012, all’allora amministratore delegato di Ansaldo Nucleare Roberto Adinolfi e per aver collocato due ordigni esplosivi fuori dalla caserma della Scuola per carabinieri di Fossano (Cuneo), nel 2006. Solo il fatto che le bombe artigianali erano state mal congegnate evitò conseguenze e vittime. Lo scorso 26 giugno, si è concluso anche l’ultimo processo nel quale Cospito era imputato, si tratta di un procedimento nato dall’inchiesta ‘Scripta manent’, e la Corte di assise d’appello di Torino ha ricalcolato appunto in 23 anni di carcere la pena per strage, in relazione al fallito attentato di Fossano, dopo la sentenza della Corte costituzionale che ha lasciato al giudice del dibattimento la discrezionalità di valutare il riconoscimento delle attenuanti del “fatto lieve”, anche nel caso di pena edittale fissata con l’ergastolo. Il carcere a vita per Cospito – che è recluso a Sassari – era stato richiesto dalla Procura generale.