Cronaca

Greta Thunberg accusata di antisemitismo (anche dai giornalisti) per colpa di un polpo-peluche. Ma serve alle persone autistiche

L’attivista per il clima Greta Thunberg è tornata al centro del dibattito social. Questa volta non per una dimostrazione contro le lobby del petrolio, o per il suo arresto durante una protesta per il clima come avvenuto pochi giorni fa a Londra. A far piovere le critiche contro la ventenne svedese è stata una foto pubblicata su X (ex Twitter) in solidarietà ai civili palestinesi. “Settimana 270. Oggi scioperiamo in solidarietà con la Palestina e Gaza. Il mondo deve parlare apertamente e chiedere un cessate il fuoco immediato, giustizia e libertà per i palestinesi e tutti i civili colpiti”, ha scritto l’attivista per il clima a corredo di una foto dove posa insieme ad altre tre giovani, imbracciando cartelli in supporto alla causa palestinese. “Io sto con Gaza”, recita il poster di Thunberg, affiancata dalla compagna che scrive: “Questa ebrea sta con la Palestina”.

Alcuni in Rete hanno però interpretato lo scatto della giovane come “antisemita“. Da una parte per la mancanza di una condanna diretta delle attiviste alle violenze perpetrate da Hamas nel conflitto in Israele, dall’altra per la presenza sullo sfondo di un peluche a forma di polpo, considerato un riferimento a un’iconografia cospirazionista legata a teorie antisemite. In vecchi poster di propaganda la piovra rappresenta infatti la popolazione ebrea, che secondo l’immaginario cospirazionista con i suoi tentacoli si insidia in ogni parte del mondo per dominarlo. “Risparmiaci la tua ipocrisia e il tuo odio per gli ebrei”, scrive un utente. “Forse dovresti andare a scuola invece che parlare di cose che non conosci”, gli fa eco un altro. Quello che alcuni dei profili critici del “polpo antisemita” non hanno preso in considerazione è che si tratta di un pupazzo di supporto emotivo utilizzato dalle persone sullo spettro autistico per esprimere con più facilità i propri sentimenti. Come spiegato dalla stessa attivista, che ha la sindrome di Asperger e da tempo si fa portavoce dei diritti delle persone sullo spettro autistico, il peluche reversibile con due facce, una triste e una felice, è diventato il simbolo della sindrome dopo la pubblicazione del libro per l’infanzia intitolato “Leo e il polpo“.


Se sui media internazionali la linea narrativa che accusa Thunberg di odio razziale è stata ripresa solamente da alcuni noti tabloid come il The Daily Mail e il New York Post, nel dibattito social in Italia il vicedirettore de Il Foglio, Maurizio Crippa, si è fatto capofila di questa interpretazione. “Piccola stupida nazi stella“, scrive il giornalista su X il 21 ottobre, pubblicando il frammento di foto che mostra Thunberg e il suo peluche. “I nazisti hanno sempre amato l’ecologia”, continua in un secondo post. A corredo del post compare l’avvertimento della stessa piattaforma, parte della funzione anti-fake news della piattaforma di Elon Musk che consente ad altri utenti di aggiungere contesto: “L’interpretazione come messaggio antisemita è una mera speculazione. Quei peluche sono in commercio e hanno notoriamente lo scopo di comunicare uno stato d’animo”, si legge. Del giorno precedente un editoriale del Foglio intitolato “Lo strano senso di Greta Thunberg per Gaza”, che come immagine in evidenza mostra il secondo scatto delle attiviste, con il cartello di Thunberg e della ragazza ebrea in supporto dei civili palestinesi tagliati. Un elemento che alcuni commentatori sui social hanno ritenuto arbitrario. Sulla stessa linea di Crippa anche il giornalista Giancarlo Loquenzi, che sempre su X scrive: “Il richiamo antisemita della “piovra” è evidente, lei, andando poco a scuola, potrebbe non saperlo, anche se mi pare strano che sia messo così in bella vista nella composizione fotografica. Forse aggiunto da qualcuno che invece lo sa…”.


Nel frattempo l’attivista 20enne ha cancellato il suo post sui social, rimpiazzandolo con una seconda fotografia insieme alle compagne attiviste, senza però il polpo-emotivo. “Sono venuta a sapere che il peluche mostrato nel mio post precedente può essere interpretato come un simbolo di antisemitismo, cosa di cui non ero assolutamente a conoscenza. Il giocattolo nella foto è uno strumento spesso utilizzato dalle persone autistiche per comunicare i propri sentimenti“, ha scritto Thunberg. Si è infine detta “ovviamente contraria a qualsiasi tipo di discriminazione“, ribandendo la sua condanna “per l’antisemitismo in tutte le sue forme” e lasciando cadere così, nell’abisso dei social, la differenza tra un polpo di peluche e una piovra antisemita.