Società

La torre Garisenda di Bologna a rischio crollo: speriamo torni presto agli antichi fasti

In un racconto distopico estratto dal mio ultimo libro Dark Bologna – storie di turisti, taglieri e tragedie between Venice and Florence (Edizioni Pendragon 2023) si narra delle vicende dell’ingegner Franz Bauernhof in visita a Bologna insieme al suo cane pastore tedesco Joseph Aloisius. La cosa che più colpisce il turista teutonico è il caos del centro, l’alto tasso di decibel, un costante frastuono così forte da mettere in pericolo la salute dei monumenti. Leggete cosa è successo:

Grazie a uno strumento di precisione tedesco che portava sempre con sé, Franz si prese la briga di misurare l’impatto ambientale di quell’incessante frastuono ed ebbe la conferma che il traffico, gli autobus, il baccano assordante degli artisti di strada di via Rizzoli, i cani di sabbia e l’odore dei taglieri danneggiassero le torri. “Qvi prima o poi ci sarà un nuoven undici settembren” pensò. “Bisogna al più presten interveniren”. Un giorno, verso le quattro di mattina, l’ingegnere e il cane si avvicinarono alla torre Garisenda e notarono una strana targa:

Qual pare a riguardar la Carisenda,
sotto il chinato, quando un nuvol vada
sovr’essa si’, ch’ella in contrario penda;
tal parve Anteo a me che stava a bada
di vederlo chinare….
Dante Alighieri

«Ma pensa te, Joseph Aloisius» disse al cane, «tutti i tedeschi vanno a vedere la Torre di Pisa e qui a Polonia c’è qvesta torren che è ancor più storten e non se la fila nessunen. È un vero peccaten. Solo perché la Torre di Pisa è bianchen e qvesta no. Ma aspetten, fammi vederen qva sotten». Franz Bauernhof si chinò a terra, dal borsello estrasse un cacciavite a stella e facendo forza sulle pietre della torre applicò una micro-leva. Il cane si mise ad abbaiare, come gli stesse dicendo: «Noooooo!».

«Ecco, il punto debolen della torren. È qvesten! L’ho trovaten! Ne sono sicuren!» disse l’ingegnere. Non l’avesse mai fatten! La torre crollò su se stessa. Si udì un boato, che svegliò tutta Bologna. Quando i primi soccorritori arrivarono in piazza di Porta Ravegnana, nel mezzo di tutto quel disastro di polvere e pietre ammassate, trovarono solo un cane disperato che con le zampe insanguinate scavava tra le macerie alla ricerca del padrone. Il corpo senza vita di Franz venne recuperato dai pompieri solo due giorni dopo l’accaduto. Fu l’unica vittima del crollo. Fosse successo nelle ore di punta sarebbe stato un disastro.

Beh, mai e poi mai vorrei che nella mia città si verificasse uno scenario del genere e credo che tutti i bolognesi siano d’accordo con me. La questione “Achtung Garisenda” è nota, trovare una torre più storta della Torre di Pisa era difficile, eppure ce l’abbiamo fatta. Ora non si può più aspettare, il pericolo di crollo è reale, concreto, ma per fortuna ce ne siamo accorti e da alcuni giorni la torre è stata transennata, gli autobus deviati ed è nata una task force per salvarla e farla tornare ai suoi antichi splendori, in un futuro dove i turisti potranno addirittura salire in cima per ammirare il panorama (Via Rizzoli, se non c’è la nebbia anche Via Ugo Bassi), magari con un ascensore. Sarà bellissimo.