Lo scandalo scommesse , in cui sono rimasti coinvolti alcuni calciatori italiani, tiene banco ormai da diversi giorni. Molte le analisi e i commenti sul tema, tra cui quello – durissimo – di Paolo Di Canio. Durante una puntata di Sky Calcio Club, l’opinionista ed ex attaccante della Lazio ha infatti chiesto l’inquadratura fissa e ha rivolto un durissimo sfogo nei confronti dei giocatori indagati. “Siete dei c******i!”, ha commentato senza mezze misure. “Lo dico da fratello maggiore, anzi, da papà, perché sono più giovani delle mie figlie. Ci sono tre miliardi di cose che uno può fare: cani, gatti o criceti su cui scommettere. E non è un invito, anche perché sarebbe meglio dire paternalisticamente ‘non scommettete… entrate in un giro…’ Ma scommettete sul calcio? Devi essere vuoto, cioè proprio stupidità. Devi essere stupido”.
Dopodiché, Di Canio ha proseguito con una precisazione, entrando nel merito e facendo anche i nomi dei calciatori coinvolti. “Qui non ci sono illeciti, diciamolo, perché le persone pensano che abbiano manipolato, no. Meno male e per fortuna non hanno fatto quello, ma è comunque una cosa importante da dire. Perché poi uno come Fagioli è arrivato ad una certa dimensione, vedremo, da quello che esce ci sono anche delle problematiche, delle minacce… è qualcosa di diverso da Tonali che avrà sì qualche problema, ma mi sembra sia comunque in controllo”. Insomma, l’ex calciatore ha voluto distinguere i “piani diversi” del fenomeno della ludopatia, piani “di cui si deve parlare, perché poi si entra in depressione e ti perdi il tuo mondo”.
Infine, Di Canio ha ricordato un aneddoto legato alla sua esperienza alla Juventus, quando il presidente Giampiero Boniperti lo rimproverò perché la sera prima era rincasato alle 22.30. “E’ vero che è un tempo diverso, non vogliamo fare i vecchi tromboni”, ha commentato l’ex giocatore, “ma adesso il dirigente” è pronto a giustificare il calciatore che sbaglia, definendolo “poverino. Perché sono cambiati anche loro, sono diventati loro stessi dei personaggi, sono molto distratti, hanno molte più relazioni e non stanno più dietro una scrivania, dentro uno studio. Va bene tutto. Però poi non bisogna giustificare”.